Pillon dice di voler «prevenire» l'aborto ma non vuole promuovere i contraccettivi. Statisticamente causerebbe 34 milioni di aborti in più
Accantonata la sua crociata contro «la stregoneria nelle scuole di Brescia», il leghista Simone Pillon è intervenuto ad una trasmissione di Radio Capital per difendere le teorie contro l'aborto esposte dall'organizzazione forzanovista Provita Onlus. La sua speranza pare fosse quella di potersi far bello davanti agli integralisti in uno scontro a suon di slogan contro la senatrice Cirinnà, ormai divenuta la sua acerrima nemica perché ha garantito diritti civili a quelle famiglie che lui non vuole possano essere riconosciute come tali. Ma il dramma si è consumato quando la Cirinnà ha preferito lasciare la parole ad una ginecologa, ossia ad una professionista che vive e conosce le questioni su cui Pillon pontifica attraverso mero populismo. Il risultato è stato tragico.
Il suo tentativo di ripetere a pappagallo gli slogan di Massimo Gandolfini non ha sortito alcun effetto su chi ribatteva con argomentazioni pratiche, così come ha suscitato una certa incredulità il suo lanciarsi nell'affermare che «la 194 è la legge più maschilista della storia» perché lui sostiene che si demanderebbe alla donna le scelte sul suo corpo al posto di chiedere al maschio come preferisce disporre del corpo della femmina.
Più volte è richiamato dal direttore perché preferiva pronunciare i suoi slogan al posto di rispondere alle domande. Messo alle strette, Pillon si è detto favorevole a far sì che «l'aborto torni ad essere vietato e che si arrivi all'obiettivo aborti zero». Anche dinnanzi a bambine che restano incinte o donne che vengono stuprate, Pillon dice che il bambino è una persona innocente e che quindi lui garantirà un servizio di polizia tale da impedire qualunque stupro al fine di prevenire gli aborti.
Naturalmente verrebbe da osservare che se davvero bastassero un paio di agenti in più, forse dovrebbe farlo indipendentemente dall'obiettivo che dichiara, anche se tutto pare portarci ad un uomo che non vuole rispondere ai casi reali che mettono in difficoltà l'uso di slogan e il ricorso al populismo.
In più di un'occasione si è lamentato con gli interlocutori perché presentavano casi delicati e situazioni particolari, anche se si fatto sono quelli i caso in cui una donna decide di abortire nonostante Pillon tentasse di far credere che le donne lo farebbero quasi per sfizio.
Forse sperando di salvarsi la faccia davanti ai suoi proseliti, su Facebook Pillon scrive:
Ecco il mio intervento di ieri a radio Capital. Ovviamente la sen. Cirinnà ha dato forfait all'ultimo momento e si è fatta sostituire da una ginecologa. Lo schema era il solito 3 contro 1. Non ci potrete credere ma se avete la pazienza di ascoltare fino in fondo scoprirete che il prode direttore Vittorio Zucconi è riuscito a dire che la 194 non si tocca perché l'aborto clandestino metterebbe in pericolo la vita del feto.
Capito???
In realtà chi ha avuto la pazienza di ascoltare l'intervento sino in fondo si sarà trovato dinnanzi ad un Pillon che diceva di voler «prevenire» gli aborti anche se poi diceva di non essere a favore dell'uso dei contraccettivi e di non avere nulla contro quella Comunione e Liberazione che in Lombardia ha introdotto il ticket sui consultori o su quei medici obiettori che il Lazio si rifiutano di mettere la spirale.
La frase a cui fa riferimento Pillon è quella in cui Zucconi ha affermato: «Vietare l'aborto non proibisce gli aborti, li rende semplicemente clandestini. Quindi aumenta il rischio per il feto e per la madre. Questo è il risultato di rendere vietato l'aborto. Ma non lo vogliono capire perché si sentono meglio dicendo che vietando l'aborto salviamo le vite. Le balle. Ne ammazzi di più».
Il pensiero era stato precedentemente chiarito con il suo sostenere che «questa idea che vietare l'aborto cancella gli aborti... da quel che so l'aborto è sempre stato praticato. Il problema non è cancellare l'aborto, il problema è sapere in che condizioni le donne abortiscono». Ed ancora, la ginecologa ha spiegato dato alla mano che «in tutto il mondo l'aborto clandestino in condizione di insicurezza è la prima causa di morte delle donne in età fertile».
Dunque cos'ha fatto Pillon? Ha tolto una parte della frase per tentare di alterarne il senso e renderla attaccabile. In realtà basterebbe un po' di buonsenso per comprendere che Zucconi si stava riferendo al rischio che un aborto clandestino mal praticato possa portare alla nascita di bambini a cui siano stati creati danni celebrali o fisici.
Eppure è sulla base di quella sua auto-testimonianza che il fondamentalismo cattolico si è messo subito all'opera nel produrre immaginette con cui denigrare Zucconi e accusarlo di essere un idiota:
Tutto questo accade perché Pillon vuole mettere in discussione una legge confermata da ben due referendum popolari sulla base di un populismo che pare non voler tener contro della realtà dei fatti. In un articolo intitolato "Così la legge 194 ha fatto crollare gli aborti in Italia", Repubblica spiega che:
Se i numeri di quest'anno confermano la drastica riduzione degli aborti, passati dai 234.801 del 1982 (l'anno in cui le "Ivg", interruzioni volontarie di gravidanza, raggiunsero il massimo storico) ai 84.926 del 2016, nello stesso tempo si assiste a un vero e proprio boom della contraccezione d'emergenza. In particolare dell'uso della "pillola dei cinque giorni dopo" (EllaOne) le cui vendite, dopo la caduta dell'obbligo di ricetta medica per le donne maggiorenni, è passata dalle 7mila confezioni del 2012 alle 189.589 del 2016.
Ed ancora:
Ma al di là dei dati di oggi, nello sguardo sui 40 anni della legge, la Relazione afferma un principio fondamentale. «L'aborto volontario, dopo una prima fase iniziale, è costantemente diminuito e non è mai stato un mezzo di controllo delle nascite».
Se pensiamo che nel 1961, come denunciò una famosa inchiesta di "Noi donne", gli aborti clandestini superavano il numero (spaventoso) di un milione l'anno, è evidente quanto la legge del 1978 abbia segnato il passaggio da un'Italia quasi post contadina a un' Italia moderna.
La realtà oggettiva ci porta ad osservare come Pillon sia contrario agli strumenti di prevenzione che hanno abbattuto il numero di aborti, citando propagandisticamente la cifra di «6 milioni di bambini abortiti negli ultimo quarant'anni» per proporre una cultura che statisticamente avrebbe causato 40 milioni di bambini abortiti nel medesimo periodo di riferimento.
Clicca qui per ascoltare l'intervista a Pillon.
Leggi l'articolo completo su Gayburg