Adinolfiniani e leghisti contro il convegno sui migranti gay. Forza Nuova: «Va vietato o lo impediremo noi!»
Secondo Filippo Grigolin, esponente del partito di Mario Adinofi, si tratterebbe di «sputtanare un ateneo». Forza Nuova sostiene che l’Università di Verona sia «ostaggio di potenti lobby lgbt» mentre spergiura che «immigrazione e terrorismo sono collegati». Il leghista Stefano Valdegamberi inanella perle quali: «Gli sprechi dannosi dell'università di Verona, sembrerebbe un covo di depravati. È cosi che si investono i denari dei contribuenti per la nostra cultura?».
A scatenare l'ira delle destre è il convegno su "Migranti GLBT, orientamento sessuale e identità di genere" che risulta in programma il prossimo 25 maggio presso l'Università a Verona. Si tratta di un evento formativo di pura prassi, basato sulla volontà di analizzare quali siano le peculiarità die rifugiati che scappano da terre in cui il solo fatto di esistere può mettere a rischio le loro vite. Situazioni che ogni operatore dovrebbe conoscere, dato che pare evidente vi siano differenze nel dover trattare i casi di chi ha subito torture fisiche e psicologiche o chi potrebbe essere vittima di tratta.
Ma se non c'è un prete cattolico che infastidisce i medici o che si diletta farsi selfie davanti ad un bambino morente a cui è stato imposto a forza un qualche crocefisso, per leghisti ed adinolfiniani la vita altrui è diventa sacrificabile. Esigono che quei ragazzi se ne muoiano a casa loro senza infastidire il cristianissimo Adinolfi e i convegni in cui si vanta di come lui abbia sempre praticato sesso bareback con tutte le sue mogli: i soldi devono essere spesi per prolungare l'agonia di bambini strumentalizzabili politicamente, non per salvare la vita a chi potrebbe avere un futuro felice.
Forza Nuova annuncia anche una manifestazione contro il convegno mentre il loro responsabile provinciale, Pietro Amedeo, dichiara: «La nostra mobilitazione per il 25 maggio davanti all'Università è assicurata. L’incontro gay-profughi in Università è un affronto alla città di Verona e va vietato; o ci pensa qualcuno o lo impediremo noi!».
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