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Associazioni contro Fedriga: «Sappiamo chi sarà il responsabile morale del prossimo attacco violento ai danni delle persone LGBTI+»
Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa pubblicato dalle associazioni lgbt del Friuli Venezia Giulia dopo la decisione assunta dalla Giunta di recedere dalla rete nazionale contro le discriminazioni:
A pochi giorni dalla Giornata Internazionale contro la Lesbo-Omo-Bi-Transfobia dello scorso 17 maggio, la Giunta della Regione Friuli Venezia Giulia ha deciso ieri di abbandonare la Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere (Rete Re.a.dy), come affermato dall’Assessora al Lavoro, Formazione, Istruzione, Ricerca e Università, Alessia Rosolen.
Le associazioni che firmano il presente comunicato intendono esprimere la loro indignazione per una decisione ideologica, del tutto aliena dalla realtà. Dinanzi alla drammatica situazione italiana in cui le persone LGBTI+ si trovano a vivere, occorrerebbe aumentare gli strumenti di contrasto della discriminazione e non ridurli.
L’indagine, presentata lo scorso 8 aprile, da Amnesty International ‘Gli italiani e le discriminazioni’, realizzata in collaborazione con Doxa, ci descrive una realtà preoccupante. Secondo questo studio, il 40,3% delle persone LGBTI+ afferma di essere stato discriminato nel corso della vita, il 24% a scuola o in università mentre il 22% sul posto di lavoro. Una ragazza o un ragazzo su due, tra gli 11 e i 17 anni, ha subito episodi di bullismo e circa il 20% ne è vittima assidua, cioè subisce prepotenze più volte al mese. Secondo i dati Istat, il 22% delle ragazze e dei ragazzi che utilizzano internet e smartphone (oltre il 90%) sono derisi e umiliati in rete. Questa è la realtà che le persone LGBTI+ e soprattutto gli adolescenti si trovano a vivere, come constatiamo quotidianamente attraverso le numerosissime segnalazioni che giungono ai nostri sportelli.Evidentemente le istituzioni e le famiglie non sono in grado da sole di dare risposte risolutive.
Le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale, l’espressione e l’identità di genere, figlie di una tradizione culturale che per essere modificata ha bisogno del lavoro congiunto di tutti i possibili attori sociali al fine di creare un circolo virtuoso di collaborazione e di buone prassi: esattamente quello che negli anni ha fatto la Rete Re.a.dy. Prima di prendere un’iniziativa tanto incomprensibile quanto affrettata sia l’Assesora Rosolen sia gli altri componenti della Giunta Regionale avrebbero dovuto meglio conoscere la realtà di cui parlano, partecipando ad alcune delle numerose iniziative che realizziamo sul territorio. Avrebbero verificato in prima persona quali e quante sono le esperienze negative che hanno vissuto e che vivono gran parte delle persone LGBTI+ (soprattutto adolescenti).
Non si può fare una graduatoria delle discriminazioni: non ci sono discriminazioni peggiori o più comuni di altre. Le ragioni per discriminare spesso si sovrappongono. Eppure solo cercando di riconoscer ogni violenza e discriminazione nella sua specificità, senza approssimazioni generalizzanti, si può elaborare una strategia d’intervento efficace.
Il principio di uguaglianza espresso nella nostra Costituzione non ha colore politico ed è un dovere porre in essere politiche antidiscriminazione a prescindere dall’appartenenza partitica.
L’Amministrazione Regionale ha pertanto il dovere costituzionale di garantire il benessere di tutti gli abitanti del territorio.
In questo quadro la decisione di uscire dalla Rete Re.a.dy appare ancor di più incomprensibile e pericolosa, dal momento che chi discrimina e perpetra ogni tipo di violenza nei confronti delle persone LGBTI+ si sentirà ancora più legittimato a perseverare in pratiche aggressive e discriminatorie. Sappiamo, a questo punto, chi sarà il responsabile morale del prossimo attacco violento ai danni delle persone LGBTI+ che la cronaca purtroppo ci racconterà presto.Yuuki Gaudiuso per AssociazioneUniversitaria Iris
Antonella Nicosia per Arcigay Arcobaleno Trieste Gorizia ONLUS
Nacho Quintana Vergara per Arcigay Friuli
Angela Cattaneo per Lesbiche del Nord Est - Lune
Maria Grazia Sangalli per Avvocatura per i Diritti LGBTI - Rete Lenford
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