Il cardinal Müller, prefetto per la congregazione della dottrina della fede: «L'omofobia è un’invenzione per il dominio totalitario sulla mente degli altri»
Fattasi promotrice di un libro che indica nell'omosessualità «una malattia», è dalle pagien del suo blog che Costanza Miriano dichiara che «l’omofobia non esiste » in virtù di come lei la ritenga espressione di «posizioni culturali» che a suo dire avrebbero «un ampio fondamento scientifico e una lunga storia e serie motivazioni, di chi ritiene che l’attrazione verso lo stesso sesso non sia una variante della sessualità umana».
Per fornire una argomentazione confessionale al suo odio, la signora Miriano propina una sua intervista al cardinal Gerhard Ludwig Müller che presenta come «la massima autorità quanto alla dottrina della Chiesa».
Lodandolo per il suo endoorsment al libro che presenta i gay come «malati», la Miriano gli chiede conferma sul fatto che l'odio contro i gay sarebbe gradito alla Madonna. Gerhard Ludwig Müller replica convinto:
L’omofobia, semplicemente non esiste, è chiaramente un’invenzione, uno strumento del dominio totalitario sulla mente degli altri. Al movimento omosessualista mancano gli argomenti scientifici, per questo hanno costruito un’ideologia che vuole dominare, cercando di costruire una sua realtà. E’ lo schema marxista, secondo cui non è la realtà a costruire il pensiero, ma il pensiero che costruisce la realtà. Quindi, chi non accetta questa realtà deve essere considerato malato. Come se, tra l’altro, si potesse agire sulla malattia con la polizia o con i tribunali. D’altra parte in Unione Sovietica i cristiani venivano chiusi nei manicomi: sono i mezzi dei regimi totalitari come il nazionalsocialismo e il comunismo. Oggi in Nord Corea la stessa sorte tocca a chi non accetta il pensiero dominante.
A quel punto la signora Miriano attacca le veglie contro l'omofobia, sostenendo non possano essere ritenute compatibili con il cristianesimo perché «già accettare la parola omofobia significa accogliere una certa visione ideologica». Müller risponde:
Alcuni vescovi oggi non hanno il coraggio di dire la verità e si lasciano intimidire: non capiscono che l’omofobia è un inganno che serve a minacciare la gente. Ma noi cristiani non dobbiamo avere paura delle minacce: nei primi secoli i seguaci di Cristo venivano gettati in carcere, o fatti dilaniare dalle belve. Oggi si dilania la gente con lo psicoterrorismo, approfittando dell’ignoranza. Però da un vescovo, un sacerdote possiamo aspettarci che sia in grado di non andare dietro a queste ideologie. Noi siamo quelli che cercano, con la grazia di Dio, di amare tutte le persone, comprese quelle che provano attrazione verso lo stesso sesso, ma deve essere chiaro che amare non è obbedire alla propaganda genderista.
Dinnanzi ad una Costanza Miriano che ripete ossessivamente che l'omofobia sia un'ideologia e che l'omosessualità sia sinonimo di persone che hanno sbagliato ad esistere, il prelato si lancia in un violento attacco a Krzysztof Charamsa, redarguito per non aver chiesto di essere «curato» dalla sua omosessualità:
Noi abbiamo avuto alla Congregazione per la dottrina della fede un collaboratore, si può dire pubblicamente perché lui stesso ha fatto con grande rumore outing, dicendo “io sono gay”, ma non ha mai chiesto nessun aiuto né accompagnamento. Mattson invece al contrario afferma “io non voglio definirmi gay” perché sa innanzitutto che gay è una falsa espressione che esprime disprezzo, e poi perché nonostante questo problema di attrazione verso lo stesso sesso, non è l’attrazione che definisce una persona. Una persona è sempre molto più di questo. Noi siamo creature che grazie alla redenzione abbiamo la vocazione alla vita eterna. E chi vive questa attrazione deve vivere in castità, cosa a cui sono chiamati tutti i cristiani che non vivano in un valido e vero matrimonio.
Sostenuto che l'omosessualità debba essere ritenuta «un problema» nonostante paia esserlo solo per quegli etero che non accettano possano esistere persone diverse da loro, la Miriano domanda: «Perché questo tema occupa i primi posti delle agende politiche dell’Occidente?». Il prelato se ne esce dicendo:
I nostri politici in Europa devono occuparsi di tante persone che sono senza lavoro, della denatalità, delle famiglie, di tanti problemi seri, e invece si preoccupano di trasformare le nostre democrazie in sistemi totalitari. Le ideologie in sé sono violente. Come può un Parlamento stabilire cosa è vero e cosa no? Come può affermare che due più due fa cinque?
Costanza Miriano prosegue la sua intervista dicendo: «Uno dei tanti passaggi interessanti del libro mette in correlazione la diffusione in massa della contraccezione e l’affermarsi della ideologia genderista. Ne approfitto per farle una domanda su un tema che mi sta molto a cuore. Lei sa meglio di me come nella Chiesa ci siano forze avverse alla Humanae Vitae, che ne chiedono una revisione. Che ne pensa? Come spiega questo fenomeno?». Müller risponde:
Lo spiego con la mondanizzazione della Chiesa: per alcuni dei pastori la Chiesa è solo materiale per fare politica, per piacere. Per loro il rispetto delle masse vale più del rispetto della Parola di Dio. Sono contro la creazione. Io paragono chi vuol rivedere HV per compiacere le masse con chi ha fatto i compromessi durante i regimi totalitari. Invece i testimoni hanno la responsabilità della verità rivelata. L’Humanae Vitae è stata profetica, tutti i pericoli che prevedeva si sono realizzati e sono entrati nella vita moderna: il nichilismo, il materialismo. Manca il senso superiore dell’esistenza umana e quindi dietro le facciate c’è il vuoto. Invece il vero piacere è ogni parola che viene dalla bocca di Dio, e se noi smettiamo di annunciare dove è il vero piacere, dove è la vera gioia, saremo responsabili dell’infelicità di tanta gente. Se i pastori non vigilano, vincono i lupi. Con i lupi non si possono fare compromessi, magari per salvare qualche pecora. Con l’illusione di non perdere qualcuno, si perde tutto il gregge. Non è questa la logica di Gesù. Lui per non perdere nessuna pecora ha sacrificato se stesso, non le pecore.
Sempre incoraggiando il sesso bareback e criticando i preti che non condannao il sesso responsabile, la Miriano aggiunge: «I pastori che aprono alla contraccezione di solito lo fanno ribadendo che è, sì, un male, ma che in casi estremi...». Replica il prelato:
Questa è solo una tecnica per aprire la strada: si fa un ragionamento solo emotivo, basato su situazioni estreme. Anche in situazioni estreme un buon pastore trova una soluzione unica e particolare per preservare l’intrinseca unità tra procreazione e sessualità. Invece il trucco di teologi e vescovi che attaccano la dottrina è di emozionalizzare… Per esempio cominciano a dire che c’è un padre di quattro figli, che ha perso il lavoro, e la moglie è malata… e allora si fa una discussione sull’onda dell’emotività e del caso singolo. Ma questo non è un modo serio di affrontare le questioni.
Insomma, portatevi a letto una donna e concupitela senza precauzioni. Secondo Costanza Miriano, quello sarebbe il fondamento del cristianesimo, mica l'accoglienza dei fratelli a cui lei chiede sia negata ospitalità o cittadinanza in virtù di come non siano conformi ai suoi dogmi sulla purezza della razza.