Mario Adinolfi attacca Milena Gabanelli: «In Report c'erano semplificazioni molto ideologiche e i nemici da attaccare più o meno erano sempre gli stessi»
Mario Adinolfi dichiara di essere un bravo giornalista E giura che avrebbe avrebbe fatto carriera per i suoi strepitatosi metriti giornalisti. Il suo The Week fallì poco dopo il lancio e solo una ricerca in rete ci permette di sapere che abbia lavorato per Avvenire.
Ma lui è fatto così... pensa di essere il migliore tra i migliori. Giura su Dio anche di essere stato un buon padrone delle sue molteplici mogli sottomesse, un buon genitore di figlie che dovranno essere come lui ha deciso e, più generalmente, il detentore della verità divina su come gli altri debbano vivere per assomigliare alla sua perfezione ariana.
Date le premesse, non stupisce abbia firmato un attacco a Milena Gabenelli, accusando la di essere una giornalista da strapazzo che dice abbia «mistoficato» dei dati sul terrorismo. D'altra parte è ovvio che la Gabanelli sia da intendersi inferiore a lui, non solamente perché donna e quindi da intendersi come oggetto a cui imporre sottomissione, ma anche perché incapace di accorgersi del "pericolo gender", di come Dio odi gli stranieri o di come la Madonna non voglia la parità di genere per le donne. Verità indiscutibili di cui Mario Adinolfi dice di essere il detention, profeta di Dio per una nuova civiltà bianca fondata sulle eiaculazioni bareback di maschi che vedano nelle donne degli oggetti utili a produrre figli da donare all'italica Patria. Sul tema è stato chiaro: i gay devono «sacrificarsi» ed ingravidare donne che non amano (la cui vita può dunque essere sacrificata d'ufficio) per produrre italici bambini che possano pagargli la pensione una volta che avrà preso a calci tutti quegli altri bambini a cui esige sia negata la cittadinanza perché nati da genitori che hanno credenze religiose diverse dalle sue.
Cercando di promuovere il suo libercoletto propagandistico sul terrorismo, Adinolfi spiega che la Gabanelli non conoscerebbe la sua verità sul fatto che alcuni terroristi sarebbero stati liberati perché «godono della copertura politica e ideologica della banda di George Soros» o perché vicini all'«organizzazione dell'area radicale di Emma Bonino». Ovvio, no?
L'uomo che si candidò senza successo come segretario del Partito Democratico dice ancher di aver una sua versione dei fatti per «non lasciare al giornalismo di sinistra l'egemonia sul racconto di quegli anni terribili dove eccidi vergognosi furono compiuti in nome di ideali sbagliati e senza senso».
Il fondamentalista chiude il suo proclamo asserendo che lui sia il detentore della verità unica e ultima e che «io ho scritto Storia del Terrorismo in Italia. Per darvi, come sempre, i numeri veri. E tutti i fatti per come davvero sono avvenuti in questa lunga e triste storia». E naturalmente a dare «come sempre i numeri veri» è quello stesso tizio che va in giro a raccontare che i gay sarebbero lo 0,0001% della popolazione quando c'è da parlare dei loro diritti e che siano il 99,9% della popolazione quando fornisce i suoi calcoli su quanto costerà garantire loro la stessa reversibilità di cui lui gode a piene mani. Ma, chissà, forse anche i gay sono colpa di Soros e Salvini ci libererà dalla loro presenza in ode ai proclami di Gianfranco Amato che vengono irradiati dalle frequenze di Radio Padania.
Gli insulti proseguono tra i commenti:
Soltanto pochi anni fa, quando evidentemente la sua convenienza economica era un'altra, Adinolfi firmava lettere aperte in cui redarguiva Ciampi per le sue opinioni e indicava in Report l'unico programma di vera informazione perché il Tg5 propinava «la storiella della bambina di otto anni che è la più buona d'Italia», il Tg2 «parla di prostituzione via web», «Studio Aperto è quello che è» e « il Tg4 è uno scandalo pazzesco».
Oggi fa la fila per vedere la sua gente invitata da Belpietro su Retequattro o per raccontare le storielle sui bambinelli a cui dev'essere detto quale ruolo dovranno avere in virtù del sesso di nascita.
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