Reggio Emilia. I fondamentalisti fanno la guerra ai cattolici: una «preghiera di riparazione» contro la veglia anti-omofobia


Il Prossimo 20 maggio sarà la parrocchia di Regina Pacis di Reggio Emilia ad organizzare un incontro «per il superamento dell’omofobia, della transofobia e di ogni altra forma di intolleranza». Tanto è bastato a scatenare le furie dell'integralismo, immediatamente ricorsi a quelle «preghiere di riparazione» che servono a stuprare il nome di Dio per tramutarlo in un mezzo di offesa contro il prossimo.
Ripetendo gli slogan coniati da Forza Nuova e rilanciati da Adinolfi, gli organizzatori della preghiera omofoba sostengono che il contrasto all'omofobia sia «blasfemo», «di stampo omosessualista», contrario al Catechismo di San Pio X ed aggravato «dall’orientamento interreligioso e pancristiano» che indicano nella partecipazione della pastora Maggi.
Come promotore della manifestazione omofoba troviamo Alessandro Corsini, un fondamentalista promosso da Riscossa Cristiana che viene accreditato come membro di quel comitato "Beata Giovanna Scopelli" che già lo scorso anno organizzò una processione di preghiera contro i gay.
Alla Gazzetta di Reggio racconta che «con questa manifestazione pubblica che stiamo organizzando per il 20 maggio, la nostra preghiera corre su due piani: per la vera conversione di queste persone nella convinzione che solo così possiamo fare il loro bene; per riparare una Chiesa che tradisce sé stessa e i suoi pastori lupi travestiti da agnelli».
Rifacendosi alle teorie dell'associazione integralista Courage, sostiene anche che il suo odio servirebbe ad «aiutare gli omosessuali a liberarsi dalla menzogna e fare verità. Nella consapevolezza che l’unica via d’uscita è la castità. Invece la Chiesa non proclama più la verità ma preferisce l’inganno facendo accettare ai cristiani l’idea che il peccato non è più tale».
Sostenuto che il suo dio sarebbe un essere malvagio che condanna alcune persone sulla base della loro natura al pari di ciò che i nazisti dicevano degli ebrei, Corsini si è scagliato pure contro il vescovo Massimo Camisasca per la sua partecipazione di un incontro di credenti Lgbt della parrocchia di Regina Pacis. Vomitando quei giudizi che Gesù invitava a non dare, parla di «un episodio che ci ha deluso e rammaricato. Noi siamo una decina, ma sappiamo di potere contare su molte altre persone. Certo, rappresentiamo una minoranza... ma non dimentichiamoci che gli apostoli erano solo dodici».
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