Troye Sivan spiega come il cinema e i media lo abbiano aiutato ad accettarsi
Mario Adinolfi chiede ossessivamente un divieto a qualunque rappresentazione mediatica dei gay. A spiegarci come fine delle sue richieste sia un mondo in cui gay e lesbiche vengano spronate all'odio verso sé stessi sono le tante testimonianze di chi ha dovuto superare il muro di pregiudizi creato dal fondamentalismo. Tra loro anche quella dell'attore e cantante Troye Sivan, il quale racconta ad Attitude Magazine che:
Quando avevo circa cinque anni, ricordo di aver avuto paura, perché sapevo che c'era qualcosa di diverso in me. Forse l'ho sempre saputo. Ho dei genitori molto aperti, non sono cresciuto in una famiglia omofoba, ma anche così, in qualche modo sentivo di non far parte di quella che viene detta "normalità", pensavo di non essere OK. Nonostante fossi molto giovane sentivo questo, non so bene da dove arrivassero quelle brutte influenze. Ricordo bene di aver pianto quando ho realizzato ttovavo Zac Efron davvero hot. Ho pianto, è vero, mi sono sentito "sbagliato". Poi sono andato a fare delle ricerche e mi sono sentito più a mio agio. Ho cercato i video dei coming out su YouTube, ho sentito persone parlare delle loro esperienze e mi sono reso conto che non ero un mostro.
Se i diabolici progetti di Mario Adinolfi andassero in porto, giovani come Troye si troverebbero a dover affrontare ostacoli insormontabili nel tener testa al pregiudizio e all'odio che personaggi come Adinolfi amano fomentare contro di loro. Un odio che colpisce anche chi nasce in famiglie per bene, figuriamoci in chi ha avuto la sfortuna di avere genitori omofobi o ponti a credere a quell'Adinolfi o a quel Breandi che dicono loro che sarebbe fondamentale non mostrare accettazione per la natura dei loro figli qualora non risultino conformi al suo modello unico. E questo senza scomodare quel Riccardo Cascioli che organizza comizi nelle scuole cattoliche per invitare i genitori a "curare" l'orientamento sessuale dei loro figli qualora non sia ostentatamente eterosessuale.
Davanti alle mortali minacce ordite dal fondamentalismo, la visibilità diviene ciò che permetterà ai giovani di salvarsi grazie al fatto di non sentirsi soli. Ed è per questo che, in difesa dei nostri figli, è necessario promuovere una cultura della tolleranza che non permetta a nessuno di sentirsi "sbagliato" solo perché un qualche violento sbraita che lui si crede migliore degli altri.