Bibliotecaria di Todi si rifiuta di stilare una lista dei "libri gender" e viene rimossa dall'incarico
La direttrice della biblioteca Comunale di Todi, Fabiola Bernardini, è stata rimossa dal suo incarico per non aver dato seguito ad un'iniziativa censoria pensata dalla Giunta Comunale. L'amministrazione di centro-destra le aveva dato l'ordine di stilare una lista dei libri "gender" per procedere alla loro rimozione.
La decisione della rimozione darebbe arrivata anche a seguito della partecipazione della direttrice alla Festa delle Famiglie Arcobaleno, organizzata a Todi lo scorso maggio.
«Esprimiamo la nostra piena solidarietà a Fabiola Bernardini –commenta Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos– Quello che la direttrice della biblioteca di Todi sta subendo è un atto gravissimo perpetrato da un’amministrazione comunale che ci ricorda ormai la peggior dittatura nera. È inconcepibile che nel 2018 un assessorato faccia formale richiesta a una biblioteca pubblica di stilare una lista di libri per bambini e ragazzi aventi ad oggetto “omosessualità, omogenitorialità, e transessualismo” con l’intento censorio di eliminarli dal patrimonio librario dell’ente bibliotecario. Bene ha fatto la direttrice a non stilare quella lista e l’amministrazione comunale dovrebbe vergognarsi per averne deciso la rimozione dall’incarico».
A seguito dell'assurda iniziativa della Giunta Comunale, reiterata ai primi di maggio 2018, la direttrice della Biblioteca comunale di Todi aveva inviato il catalogo intero della sezione ragazzi, dichiarandosi incapace di indicare anche un solo libro da spostare secondo le indicazioni della stessa giunta, in quanto la biblioteca è organizzata secondo criteri internazionali e nazionali largamente condivisi dalla comunità scientifica.
«Il clima politico che si respira in questo periodo, a livello locale e nazionale, è molto preoccupante -conclude Bucaioni– i diritti civile e le recenti conquiste per la comunità LGBTI (lesbica, gay, bisessuale, trans* e intersex) sono messe a rischio da iniziative censorie come quella di Todi e da dichiarazioni come quelle del neo Ministro Fontana che vorrebbero cancellare l’esistenza delle famiglie omogenitoriali. Sappiano invece che la società civile e democratica non è intimorita dalla volontà politica di esponenti reazionari che hanno come unico obiettivo la cancellazione sociale e giuridica delle nostre famiglie. La grande partecipazione ai Pride che si tengono in questo periodo in tutta Italia ne è la prova. E un’altra grande risposta di piazza alle politiche omofobe della Giunta di Todi arriverà dal Perugia Pride. Sabato 30 giugno saremo in piazza anche per Fabiola».