Più agenti che partecipanti alla preghiera anti-gay di Roma


Undici sacerdoti (o forse integralisti travestiti in abito talare) e poche decide di persone sono i numeri della blasfema preghiera anti-gay organizzata a Roma contro il Gay Pride da un tal "comitato san Filippo Neri".
A giudicare dalle immagini, il dispiego di polizia superava il numero dei partecipanti, con il non poco rilevante dettaglio sul fatto che quegli agenti fossero pagati con denaro pubblico e non con quello di chi voleva pregare contro il prossimo. E forse bisognerebbe anche domandarsi chi abbia deciso un tale spreco di risorse, soprattutto se fossero stati gli integralisti della cosiddetta "preghiera di riparazione" a millantare fantomatici rischi come amano fare quale mezzo di diffamazione verso le loro vittime.
Il loro sostenere che il cattolico debba sentirsi legittimato ad elargire giudizi contro l'ammonizione di Gesù, così come il loro voler ignorare il suo invito all'amore sottolineano le evidenti finalità politiche per cui il fondamentalismo tenta di stuprare le religione al fine di poterla utilizzare quale giustificazione all'intolleranza. L'adesione di gruppi dell'estrema destra come Radio Spada o Christus Rex ne confermerebbero gli intenti partitici.



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