Presunta discriminazione al Lido Turistico Beach Park: i fatti vengono già sostituiti con l'outing di persone estranee alla vicenda


Il bello dell'Italia è che i fatti non contano nulla, conta solo il chiacchiericcio che si crea attorno in un costante tentativo di giustificare i responsabili di atti discriminatori. Può capitare che ad una coppia di ragazzi non venga permesso l'ingresso ad un locale campano perché loro coppia non era formata da un uomo e una donna sulla base dei distinguo promossi dal leghista Pillon e può capitare anche che il locale risponda alle accuse dicendo che l'orientamento sessuale sia «una scelta» e che loro vogliano difendere il «perbenismo». Ma sulla rete c'è chi prende le difende della struttura giurando che a contarne non siano i fatti ma le parentele dato che basterebbe avere «tanti amici gay» e si sarebbe automaticamente scagionati da qualunque accusa.
Un po' come quando Pillon va in giro con il Giorgio Ponte perché dice che un gay che non si accetta e che va in giro a sostenere pubblicamente che l'omosessualità debba essere ritenuta una patologia non debba poter essere ritenuto omofobo. Il perché non lo si dovrebbe ritenere tale non è chiaro, ma Pillon ama scriverlo nei suoi messaggi.

In queste ore c'è chi sta sistematicamente attaccando chiunque abbia dato notizia dei fatti che sarebbero avvenuto al Lido Turistico Beach Park di Bacoli dicendo:


Sinceramente non è chiaro perché si diffondano dati sensibili di una persona estranea ai fatti, nell'evidenza di come a chi subisce una discriminazione non debba importare nulla se lo zio, il nipote o il cognato del discriminatore è parte del gruppo discriminato. I fatti sono fatti e dovrebbero restare tali, con una magistratura che avrebbe il dovere di appurato quanto accaduto (e non le parentele di chicchessia).

Eppure è facile prevedere che la propaganda integralista cercherà ben presto di intimidire chi denuncia le discriminazioni con messaggio che tra non molto inizieranno a parlare di una cattivissima «gaystapo» che minaccia il padre di famiglia che giustamente vedeva in quei gay due persone che non dovevano poter entrare perché non conformi alla «selezione all'ingresso» vantata dalla proprietà. Si cercherà di sostenere che le vittime siano i carnefici e che avrebbero fatto a starsene zitti dato che nell'Italia del populismo a contare non sono i fatti ma il chiacchiericcio che viene costruito attorno.
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