Prima i russi. L'Italia va a Bruxelles per chiedere aiuti per le piccole e medie imprese di Putin
Altro che "prima gli italiani". Il governo Conte è volato a Bruxelles per chiedere che l’Europa aiuti le piccole e medie imprese russe. Sì, non quelle italiane, quelle russe.
Se gli oligarchi russi ringrazieranno, in Italia l'attenzione mediatica verrà distratta da un Salvini che gioca con le vite dei disperati o che promette il libero commercio di armi. Il tutto attraverso il becero populismo di chi fa finta di non sapere che se si venderanno armi a chi vuole difendersi in casa, l'inevitabile conseguenza è che crescerà esponenzialmente anche chi avrà un'arma nel commettere l'infrazione. Ed oltre al far west, andranno valutate le conseguenze nel fornire pistole a cittadini che potrebbero puntarla verso sé stessa a causa di una crisi che non si risolverà certo abbandonando in mare 111 bambini non accompagnati.
E mentre sfumano le iniziative per la ripresa, è nell'ombra che si lavorerà per chiedere il ripristino dei finanziamenti alle Pmi russe, a forte componente di società civile da parte della Banca europea per gli investimenti (Bei) e della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers). La richiesta è contenuta nel quadro dell'art. 5 della strategia Ue-Russia. Gli aiuti sono sospesi dal 2014.
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