Tommaso Scandroglio paragona il matrimonio egualitario all'aborto e assicura non sia un diritto
La libertà religiosa non deve e essere intesa come il mio diritto di poter credere a chi voglio, deve essere uno strumento politico che mi possa garantire impunità dinnanzi a qualunque crimine io voglia commettere nel nome di Dio. È questa la pericolosa teoria sostenuta da La Nuova Bussola Quotidiana, in un'ideologia che finirebbe con il sostenere che l'Isis abbia il pieno e totale diritto di gettare i gay dai tetti o di lapidare le donne dato che chi uccide giura di farlo in nome del suo credo religioso.
L'occasione per lanciare la pericolosa teoria è la sentenza con cui la Corte Suprema degli Stati Uniti ha assolto un pasticcere che si era rifiutato di preparare una torta per le nozze di una coppia gay in virtù di come sostenesse che «Gesù avrebbe discriminato i gay». Ovviamente Cascioli non tollererebbe mai che qualcuno possa negargli beni o servizi in dato che risulta implicito che la sua regola debba valere solo quando è lui a voler danneggiare la vita degli altri, altrimenti lui sì che sarebbe ingiustamente discriminato, non come quei gay che lui giura se lo meritino.
Una prima offensiva è contenuta in un articolo di Tommaso Scandroglio dal titolo "Jack il pasticciere vince, ma la libertà è appesa a un filo", nel quale l'integralista afferma:
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha dato ragione a Jack Phillips, il pasticciere cristiano che nel 2012 si rifiutò di preparare una torta per un'unione gay. Dopo anni di battaglie legali hanno prevalso le ragioni della libertà di religione e di parola. Ma la guerra non è ancora vinta: i giudici hanno avvertito: la sentenza vale solo per l'imputato. In futuro altri potranno ricevere un trattamento diverso per evitare uno stigma sugli omosessuali.
Se è abbastanza ovvio che a Scandroglio interessi principalmente la legittimazione dell'uso politico della religione come lasciapassare all'omofobia, la sua teoria dovrebbe legittimare un farmacista che si rifiuta di vendere preservativi perché dice che il sesso sicuro è peccato, oppure un medico potrebbe rifiutarsi di salvare la vita ad un paziente perché testimone di Geova e contrario alle trasfusioni..
Nell'articolo Scandroglio inizia a raccontare la sua versione del povero pasticcere che pensava alla Bibbia mentre quei gay cattivi hanno osato commissionargli una torta. Giura che «preparare quella torta sarebbe stata una indebita compressione della libertà di religione» e non esista a sostenere che non si possa patrlare di discriminazione dato che Jack «ha dichiarato che non avrebbe problemi a preparare una torta di compleanno o un qualsiasi altro dolce per una persona omosessuale. Il rifiuto verte sul "matrimonio" omosessuale e non sulla persona omosessuale».
Insomma, dato che il giudizio non sarebbe sulla persona ma solo contro i loro diritti, allora è lecito discriminare. Ma ovviamente se si dovesse discriminare Scandroglio non tanto per il suo sostenere opinabilmente di essere "cristiano" ma per l'odio che profonde nei suoi articoli, allora quella sì che dovrebbe essere ritenuta una discriminazione dato che lui si professa parte dei carnefici e non certo di chi lui dice debba essere vittima delle sue pretese.
Criticato come alcuni funzionari pubblici avrebbero fatto presenta al pasticcere che«in passato la libertà di religione ha giustificato persino la'olocausto», loda come la corte abbia sancito che «il governo non può imporre regole ostili alle credenze religiose dei cittadini e non può agire in un modo che si formuli un giudizio sulle credenze o pratiche religiose o si presupponga l'illegittimità delle stesse».
Stando al virgolettato di Scandroglio, pare quasi che un assassino non sarà imputabile se dichiarerà che le sue credenze religiose si basino sui sacrifici umani. In realtà la contestazione della Corte era su specifici contestazioni procedurali, motivo per cui la sentenza è applicabile unicamente a quel singolo caso.
Ma il passaggio più inaccettabile è quando l'integralista si mette a paragonare il matrimonio egualitario all'aborto:
Il secondo motivo per non rallegrarsi troppo sta nel concetto tutto occidentale e contemporaneo di libertà. I giudici americani, al pari di quelli europei, stanno sempre lì con la bilancia in mano per capire quale tra due libertà tra loro confliggenti debba prevalere. Ha la priorità la libertà della coppia gay di sposarsi o la libertà di Jack di rifiutarsi di preparare quella torta? Parimenti: prevale il diritto alla donna di uccidere il figlio che tiene in grembo o il diritto del medico di rifiutarsi di compiere un omicidio? Pesa di più il diritto del bambino a nascere oppure il diritto di una coppia di diventare genitori con la fecondazione artificiale? Non se ne esce.
Ed infatti si può ben dire che la decisione di ieri della Corte Suprema è una rondine che non fa primavera e che la stessa Corte ha fatto intendere che in futuro, su una causa simile, potrebbe anche decidere in modo diverso perché al mutamento delle circostanze ecco che un piatto della bilancia potrà pesare più dell’altro. Se quindi il criterio è quello del bilanciamento di interessi contrapposti da giudicare nella prospettiva del liberalismo entriamo in un vicolo cieco. Se invece ci domandiamo: “Il ‘matrimonio’ omosex, l’aborto e la fecondazione artificiale sono un diritto?”, allora la soluzione a simili vertenze sarebbe semplicissima. Semplice come la risposta a questa domanda: no, non sono dei diritti e quindi è inutile anche prendere in mano la bilancia.
Appurato come Scandoglio sostenga che i diritti siano una prerogativa a lui solo riservata in virtù di quanto a lui piaccia infilare il suo uccello in una qualche vagina (no, non è volgarità: è una lettura oggettiva della sua rivendicazione), Cascioli non ci risparmia da un articolo a firma di Benedetta Frigerio in cui la fondatrice delle Sentinelle in piedi si professa detentrice della verità di Dio sull'uomo. Sostenuto che quel pasticcere debba essere ritenuto il «simbolo della libertà religiosa» in una visione in cui si spergiura che la religione sia libertà di discriminazione. Ed è così che scrive:
La Corte Suprema Usa si pronuncerà su uno dei punti nevralgici della guerra fra l’America religiosa e quella progressista: la libertà di coscienza messa in pericolo dalle "nozze" Lgbt. A rappresentare chi desidera agire secondo ragione è il pasticcere Jack Phillips, chiamato a difendere la visione di Dio.
È difficile quantificare quanto sia pretenzioso il suo giurare che Dio voglia la discriminazione, così come blasfemo è il suo sostenere che l'odio possa essere ritenuto un'espressione della «ragione» in una guerra al libero arbitrio voluto da Dio. Evidentemente Dio deve essere un incompetente per aver deciso di concedere libertà di coscienza, ma ora la Frigerio ci spiega che lei correggerà il suo errore ed imporrà la sua volontà girando la si debba attribuire ad una divinità che lei usa quale giustificazione ai suoi più perversi pregiudizi.
Interessante è come sia Scandroglio che la signora Frigerio si premurino di scrivere sempre tra violette parole come "matrimonio" o "coniuge" se riferiti ad una famiglia formata da persone dello stesso, nell'evidente tentativo di svuotare la parola dal suo significato e incitare il pregiudizio nella mentre dei lettori. Si tratta di uno stratagemma propagandistico che mina alla radice il principio di pari dignità, da loro contestato in virtù di come sostengano che i loro amplessi debbano avere valore giuridico e sociale.