Travolge e uccide un 18enne, poi corre a casa a lavare il sangue. Ma la vittima è di origini gambiane e i tg non ne parlano
Alle spalle aveva precedenti per reati stradali contro le persone e contro il patrimonio. Messosi alla guida di un'auto senza assicurazione, ha investito ed ucciso un ragazzo di 18 anni che percorreva una strada calabrese in bicicletta. Al posto di prestare soccorso, è scappato a casa dove il fratello e la fidanzata (donna, quindi conforme ai diktat di Galdolfini) lo hanno aiutato a ripulire il sangue dall'autovettura nel tentativo di nascondere le prove.
Dato che la vittima arrivava dal Gambia e il suo assassino era etero ed italiano (esattamente come il fratello e la sorella), pare che la stampa italiana non abbia avuto interesse a dare rilievo alla notizia. Un 18enne gambiano non sembra degno di considerazione, al pari delle vite con cui Matteo Salvini sembra voler giocare per motivi elettorali quando racconta che i viaggi della speranza siano «crociere» o che il dover scappare da nazioni in cui si è stati vittima di ustioni chimiche sia «una pacchia».
Certo, se i fatti si fossero svolti a parte inverse, Salvini avrebbe probabilmente fatto il diavolo a quattro. Avrebbe giurato vendetta e avrebbe aizzato all'odio i suoi followers come già fece con la Boldrini o come oggi sta facendo contro gli olandesi che salvano vite in mare (peraltro ricorrendo al body shaming e al suo sostenere che i volontari della Lifeline debbano essere giudicati in base alla loro acconciatura).
Il ragazzo ucciso si chiamava Banna Jallow. È morto per strada senza che nessuno provasse neppure a fornirgli soccorso. Dato che veniva dal Gambia, per lui sembra non esistesse spazio in un'Italia disumanizzata da politici che basano i loro voti sull'odio con la complicità di una Chiesa che pare troppo impegnata a combattere l'amore per occuparsi di chi va in giro dicendo di avere un rosario in tasca e si vanta di aver respinto tre navi di bisognosi contro i moniti di Gesù Cristo.
Salvini replica a chi lo accusa di fascismo con messaggi pubblicati sui social in cui mostra tronfio le prime pagine osannanti de Il Giornale e di Libero o dive dice che i suoi proseliti sono felici di vederlo respingere i disperati, ma la storia ci insegna che anche il fascismo e il nazismo crebbero con il favore del popolo. Il vero problema è l'ideologia di chi ha trovato nuovi nomi per il concetto di "razza ariana", non certo il sottolineare com'è facile trovare chi spera di trarre un profitto personale dalla discriminazione altrui. Sino a quando sono gli altri a morire, un popolo disumanizzato preferisce guardare al proprio orticello.