Brandi promette soldi a chi discrimina. Gandolfini chiede l'istituzionalizzazione dell'omofoba per «rispetto» agli omofobi
Se porta voti il sostenere che si possano risparmiare soldi per ogni migrante che verrà lasciato morire in mare, allora perché mai non si dovrebbe promuovere l'odio omofonico giurando che la discriminazione porterà soldi nelle tasche di chi discrimina?
Il promotore di quella campagna di marketing omofobico è Filippo Fiani, ex numero due di Adinolfi che oggi sta cercando di tramutare l'omofobia in un profitto attraverso la fondazione di una sua associazione omofobica. Dopo gli 11 esposti-fuffa presentati alla Corte dei Conti contro i patrocini ai pride, è dalla pagina della sua organizzazione che scrive:
C'è la solita immagine decontestualizzata che serve solo ad incitare l'odio (in apertura trovate quella che ben rappresenta la famiglia con donna-sottomessa predicata dalla loro organizzazione) e c'è la promessa di poter ottenere trenta denari se si farà del male al prossimo. Insomma, praticamente un'istigazione a delinquere.
Il link rimanda all'organizzazione forzanosta Provita Onlus, una realtà palesemente politica e partitica (anche se loro negano) che percepisce fondi pubblici per promuovere odio sociale a vantaggio di specifici gruppi politici. Nel loro articolo, affermano:
I gay pride che si svolgono in diverse città d’Italia vengono patrocinati e sponsorizzati da diverse istituzioni pubbliche. Cioè, il patrocinio dei vari Enti territoriali non sempre è gratuito, ma Comuni come quello di Ravenna finanziano lautamente con i denari pubblici le sfilate tese a manifestare in modo osceno e spesso violento l’orgoglio gay.
Se di osceno pare esserci solo l'inumano odio che Brandi sprizza da ogni poro in quella sua ossessiva e intollerabile campagna d'odio, l'articolo passa ben presto a sostenere ci sarebbe qualcosa di male se un ente patrocina un evento a difesa di chi è vittima della loro aggressione quotidiana:
Il caso del comune di Ravenna è emblematico: questi link aprono i documenti che dimostrano ciò che stiamo scrivendo.
La denuncia ci è arrivata dall’Associazione culturale San Michele Arcangelo e il Comitato Difendiamo i Nostri Figli di Ravenna, che hanno rilasciato il seguente comunicato stampa.
Questa denuncia, dunque, funge da corollario a quella sporta dall’Associazione Difesa dei Valori di cui abbiamo parlato qui. In 12 regioni hanno chiesto alla Corte dei Conti di indagare sulla legittimità di tali spese. Tra queste regioni non figura l’Emilia Romagna: andrebbe aggiunta…
Profanando il nome dei santi ad ode della campagna d'odio condotta da Massimo Gandolfini, si passa al comunicato stampa dell'organizzazione fondamentalista a cui Brandi e Fiani sono legati:
L’Associazione culturale San Michele Arcangelo e il Comitato Difendiamo i Nostri Figli di Ravenna esprimono il loro disappunto per la manifestazione “Marina Love Parade” animata dal noto locale gay e trans romano “Muccassassina”, appoggiata dal Comune di Ravenna, svoltasi venerdì 6 luglio, a Marina di Ravenna.
Le istituzioni comunali, rappresentative di tutti i cittadini, non dovrebbero utilizzare in modo arbitrario il danaro dei contribuenti per finanziare iniziative di carattere ideologico, destinate all’indottrinamento delle persone.
Le istituzioni hanno invece il compito di agire a servizio dei cittadini al di là di qualsiasi appartenenza politica e non come proni strumenti propagandistici dei partiti di maggioranza.
Buffo, dato che a dirlo è l'organizzazione fondamentalista di quel Massimo Gandolfini che ha manifestato profonda gioia quando la Lega ha mandato i suoi gonfaloni al suo "family day" contro la vita, le famiglie e la dignità di milioni di persone.
Si passa così a sostenere che i gay siano dei nazisti dato che pretendono di poter esistere anche se Gandolfini è stato chiaro sul fatto che lui non li vuole e non li tollera. Con toni da ventennio, proseguono:
Tentare di influenzare l’opinione pubblica trasmettendo messaggi politici usando gli uffici comunali evoca i comportamenti dei regimi totalitari, che strumentalizzano gli apparati dello Stato per conculcare una visione unilaterale della società ed imporre una “nuova” filosofia di vita , promuovendo una sorta di “rivoluzione culturale” antropologica comunque destinata al fallimento.
La Storia è maestra di vita e insegna che queste rivoluzioni antropologiche sono destinate al fallimento, così come sono fallite quelle ideologie novecentesche, il nazionalsocialismo e il comunismo, condannate profeticamente dal Magistero della Chiesa nelle Encicliche “Divini Redemptoris” e “Mit brennender Sorge” di Pio XI nel 1937. I partiti che esprimevano quelle ideologie hanno cercato di mutare la natura umana in nome di concezioni folli della persona e delle comunità utilizzando lo Stato e le pubbliche manifestazioni come strumento di disseminazione di idee assurde.
Marina di Ravenna è una località turistica rivolta anche al turismo familiare e appare del tutto inappropriato esporre i minori alla visione di spettacoli che promuovono messaggi di dubbio gusto assolutamente discutibili dal punto di vista della decenza. L’Amministrazione rispetti i cittadini, dal cui suffragio elettorale trae la sua legittimità nel loro servizio e che non devono essere trattati come sudditi da indottrinare.
Se appare estenuante dover subire gli attacchi quotidiani di questi gruppi d'odio, surreale però con quanta malafede e quanta mancanza di etica ci tocchi assistere a personaggi che giurano su Dio che il fascismo sia una lecita opinione ma che il rispetto debba essere ritenuto un atto gravissimo che danneggia i bambini. E pensare che basterebbe un minimo di buonsenso per comprendere che chi vuole rovinare i figli degli altri è proprio la congregazione di Gandolfini, impegnata giorno e notte a fomentare sessismo, xenofobia, omofobia e odio sociale.
Abbiamo ormai capito che a Fiani, Gandolfini e Fiani piacca far sesso con delle donne, ma perché mai l'ostentazione delle loro pruriginose fantasie sessuali dovrebbe impedire agli altri di poter vivere liberamente la loro vita? Probabilmente la maggioranza degli italiani verrebbe colta da conati di vomito all'idea di un Barndi che si fa spompinare o di un Gandolfini che scopa una donna, ma non per questo si va dai giornali a diramare comunicato stampa in cui si chiede che le città marittime neghino loro il diritto di passo dopo aver cercato di fomentare disprezzo verso di loro. E anche riguardo al danneggiamento che rischiano di procurare ai bambini, i loro detrattori portano argomentazioni, non vuoti slogan che servono solo a creare odio sociale attraverso l'abuso del pregiudizio e il nome dei bambini. Bambini che spesso rischiano di essere persino uccisi dal loro pregiudizio se non conformi ai loro dogmi, in una negazione della libertà e in un'instaurazione di una sorta di nuovo Isis cattolico.