Der Spiegel: «Foto finte, numeri contorti e incidenti inventati: in Italia il dibattito sui rifugiati sta diventando grottesco»
«Foto finte, numeri contorti e incidenti inventati: in Italia il dibattito sui rifugiati sta diventando grottesco». Così il settimanale tedesco Der Spiegel descrive un clima politico in cui l'Italia è governata da un uomo che alle urne era stato respinto dall'83% degli elettori e che oggi cerca di consolidare i propri consensi attraverso la promozione la creazione di paure.
I tedeschi avranno probabilmente riso davanti al racconto dei leghisti che su Facebook avevano spacciato le fotografie di un concerto dei Pink Floid nella laguna di Venezia per un porto libico pieno di richiedenti asilo in attesa di imbarcarsi per l'Italia, così come avranno provato imbarazzo davanti ai quattro milioni di italiani che hanno creduto alla falsa notizia del falso marinaio Giovanni Titori che avrebbe testimoniato che a bordo dell'Acquarius i naufraghi giocavano ai videogiochi e al gioco d'azzardo. La fake-news diceva anche che il marinaio fosse stati licenziato per aver rivelato che molti dei naufraghi passavano le loro serate al tavolo della roulette che sarebbe stata presente sulla nave. Ovviamente era tutto finto.
Il settimanale tedesco ricorda anche come Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5 Stelle, abbia spesso affermato che «gli immigrati clandestini importano TBC, scabbia, AIDS e colera». E su Salvini spiega il suo sostenere che da anni sia in corso «un'operazione di pulizia etnica coordinata dall'UE» che spergiura serva a «distruggere la nostra cultura».
Osservando come i numeri sull'immigrazione forniti da Salvini neghino che gli sbarchi siano precipitati negli ultimi anni e che sia vergognoso il suo parlare di «emergenza» davanti ad un fenomeno in esaurimento, i tedeschi osservano anche come la sua propaganda miri a sostenere che lo sterminio «contro la cultura italiana» sia gestita dal miliardario George Soros. Il ministro dell'Interno ha ripetutamente affermato che avrebbe finanziato con 18 miliardi una «immigrazione incontrollata, apertura del mercato della droga», cos'ì come Salvini ha sostenuto che l'obiettivo di Soros sia una società senza «famiglie con mamma e papà» in cui si sia «sesso tra tutti e tutti». Ed è con una certa ironia che Der Spiegel osserva come tali affermazioni servano a catturare i voti del cittadino cattolico medio.
Sempre citando il tentativo di creare paure, il settimanale tedesco cita l'articolo apparso su Voxnews dal titolo "Shock a Pescara: 230 italiani cacciati dai loro alloggi per fare spazio ai rifugiati". In realtà l'edificio era stato evacuato per un pericolo di crollo e nessun rifugiato dovrebbe o potrebbe trasferirsi lì. Ai tedeschi è stato spiegato anche che «il sito Voxnews è uno di quelli che cercano di creare quotidiani malumori con resoconti su stranieri presumibilmente criminali o altrimenti cospicui. Vengono regolarmente raccontate storie sul malvagio Soros e sul buon Salvini».
Anche se in Italia pare sia vietato poterlo dire a voce altra, i tedeschi non hanno dubbi: «Dietro la maggior parte dei siti che diffondono fake-news in rete è una combinazione di denaro e politica. Le storie scandalo che creano indignazione sui migranti vengono lette migliaia di volte -e ogni click fa guadagnare denaro. Altre pagine di notizie riguardano principalmente obiettivi politici. Molte rozze storie arrivano da Mosca, come quelle di Sputnik-Italia, un sito che supporta in particolare l'amico di Putin, Salvini. Perché le notizie vere di solito non sono così unidimensionali, ma più complicate e quindi di solito appaiono noiose rispetto alla storia di fittizia eccitazione. Il fatto che populisti di destra e nazionalisti legali in particolare traggano vantaggio o diffondano questi falsi articoli è stato dimostrato anche a marzo da un'inchiesta tedesca della New Responsibility Foundation».
Per spiegarne gli effetti, Der Spiegel cita l'esempio di «un uomo di nome "Tarim Bu Aziz" che ha annunciato via Facebook il suo ritenere che "per una migliore integrazione" nelle scuole italiane d'ora in poi bisognava prevedere l'uso di "numeri arabi". La maggior parte di quelli che hanno letto il commento hanno pubblicato commenti indignati: "dovrebbero contare con i loro numeri a casa loro, non da noi". Quindi fa volume, anche se l'Italia usa i numeri arabi sin dal XIII secolo».