Gli omofobi inneggiano alla Locanda Rigatoni di Roma: «Un posto che insulta i gay è un posto dove portare i figli»
Gli omofobi fanno scudo attorno alla Locanda Rigatoni di Roma. Senza credere un solo secondo alle scuse della proprietaria, dicono che un posto che insulta i gay sia un posto dove loro porterebbero i loro figli. Plaudono a camerieri che scrivono insulti sugli scontrini dei clienti. Dicono che i gay non debbano poter farsi vedere in pubblico dato che il plurisposato Adinolfi, l'infecondo Gandolfini che parla di fertilità e l'adultero Salvini giurano che la loro esistenza offenda il loro dirsi «cristiani». Giurano sulla madonna che quei cattivoni dei gay metterebbero a repentaglio la carriera dei poveri omofobi con la loro «pretesa» di pari dignità.
Qualcuno se la prende anche con i giornali, sostenendo non avrebbero mai dovuto segnalare casi di discriminazione verso chi è sgradito al fondamentalismo.
C'è da mettersi le mani nei capelli nel leggere i commenti rilanciati dalla signora Annarosa Rossetto, esponente della Manif pour tous e dei comitato "difendiamo i nostri figli" di Massimo Gandolfini:
Ma forse ogni commento è superfluo davanti a fondamentalisti che si battono per lasciare ai loro figli un mondo disumanizzato in cui dia possibile leggere messaggi come questo:
La storia delle unghie è l'essesima bufala lanciata nel fine settimana per screditate i salvataggi di Open Arms. Siamo oltra al grottesco, in atti di inaudita ferocia contro chi viene isultato e deriso perché, dopo giorni trascorsi in mare attaccati ad una tavola di legno, non è morta come sarebve puaciuto ai sedicenti "cristiani".
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