Il Codacons chiede la chiusura di Gayburg


Pare che il Codacons non abbia gradito l'articolo in cui cui raccontavamo di come l'associazione abbia denunciato per omissione di soccorso l'ascensorista che non era accorso a liberare il loro presidente mentre contemporaneamente hanno denunciato e chiesto l'arresto di chi offre soccorso ai naufraghi nel Mediterraneo.
In riferimento al semplice accostamento di due comunicati stampa da loro stessi diramati, ci informano che «l'ufficio legale della scrivente associazione ha ricevuto mandato per valutare una querela per diffamazione nei vs confronti».
Il Codacons sostiene anche che «le affermazioni contenute nell'articolo appaiono totalmente false ed infondate, laddove lasciano intendere che allo scopo di appoggiare Salvini il presidente dell'associazione vorrebbe far morire i migranti in mare».
Una frase di certo mai affermata dato che il loro presidente si è candidato nel M5S ed è assai più presumibile voglia appoggiare il suo partito. Un tesi che troverebbe conferma nell'osservare come il loro ufficio stampa dirami i virgolettati di Di Maio dopo averli griffati col proprio marchio.
Nella loro mail, ci dicono anche che sarebbe «incomprensibile poi il nesso con l'episodio che ha visto il presidente Rienzi bloccato in ascensore, volutamente da voi distorto allo scopo di dileggiare il Codacons. Senza contare le numerose denunce in passato presentate dal Codacons contro Lega e M5S (l'ultima solo ieri contro il deputato Andrea Mura) che contraddicono in modo assoluto la tesi riportata negli articoli da voi pubblicati». Il riferimento è ad un deputato che è stato presente solo al 59% delle sedute parlamentari dopo aver dichiarato che le sue assenze vengono usate per andare in barca a vela. Il Codacons l'ha invitato a dimettersi.
Ci scrivono anche che «l'intento della vs testata appare ancora più grave e lesivo della nostra immagine se si considera che proprio contro la Lega il Codacons ha sostenuto e sostiene importanti battaglie in tribunale a favore della comunità LGBT e delle coppie omosessuali, battaglie costate alla scrivente energia, tempo e soldi, e non risulta che la vostra testata sia mai intervenuta nei - costosi - ricorsi al Tar e al Consiglio di stato promossi dalla scrivente a sostegno dei matrimoni gay».
Naturalmente andrebbe osservato che Gayburg non è una testata e che una critica al loro sostegno al governo nella causa contro le Ong (peraltro già archiviate perché ritenute infondate dai giudici) non pare avere nessi con eventuali cause avessero eventualmente sostenuto a favore del matrimonio egualitario.

la critica volta alla loro denuncia contro i soccorritori che offrono soccorso in mare è semplicemente un'opinione, messa a confronto con un'episodio in cui il loro presidente ha sperimentato una situazione assai meno grave pur sottolineando quanto si sia sentito danneggiato nel non ricevere soccorsi. Cosa ci sarebbe di lesivo della loro immagine nel chiedere che si offra soccorso a tutti i bisognosi senza distinzione di razza, etnia o provenienza non ci è chiaro.
Glielo abbiamo chiesto, ma alla nostre domande è stato risposto in maniera surreale, arrivando dirci che Gayburg «andrebbe chiuso». Dato che la mail era a firma dell'ufficio stampa, l'avevamo pubblicata a completezza dell'informazione, ma l'associazione ci ha informati che avrebbero presentato un'ulteriore denuncia presso il garante della privacy dato che l'unica parte volevano fosse pubblicata non includeva le accuse che ci erano state rivolte.
Abbiamo così rimosso la loro loro risposta, ridotti a non poter raccontare i fatti nella loro interezza nella versione fornitaci dal Codacons per loro stessa richiesta. Certo è che non sembra più esistere libertà di opinione se qualunque parere non gradito può essere messo a tacere attraverso la minaccia di molteplici azioni legali.
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