Il Dolomiti Pride: «I patrocini ai Pride sono un investimento. Il danno erariale è impegnare le procure in un’inutile lotta ideologica contro le persone lgbt»
C’è anche il Dolomiti Pride al centro degli attacchi del fronte omo-bi-transfobico che cerca di intimidire le amministrazioni della Rete RE.A.DY attraverso fantasiosi esposti presentati alle procure. E se le loro speranze di ottenere una vittoria in aula è assai scarsa, evidente è come il tentativo di creare clamore attorno alla denuncia serva a fare propaganda di un'ideologia che viene spacciata come un dato di fatto anche se nessun giudice l'ha validata.
Non intenzionato a tacere, il collettivo del Dolomiti Pride precisa che i patrocini ai pride sono un investimento per la crescita culturale e sociale di tutta la cittadinanza, semmai il danno erariale è impegnare le procure in un’inutile lotta ideologica contro le persone LGBT+.
Attraverso un comunicato stampa, il comitato organizzatore spiega:
C'è anche il Dolomiti Pride al centro degli attacchi del fronte omo-bi-transfobico, che cerca di intimidire le amministrazioni della Rete RE.A.DY a suon di esposti alle procure. I patrocini ai pride - onerosi o morali che siano - non sono però un danno erariale, ma un investimento per la crescita culturale e sociale di tutta la cittadinanza. Il danno erariale, semmai, è impegnare le procure in un'inutile lotta ideologica contro le persone LGBT+.
Apprendiamo che ci sono anche i Comuni di Trento e Bolzano fra le amministrazioni citate nell'esposto presentato alla Corte dei Conti da Filippo Fiani presidente dell'associazione Difesa dei valori, già portavoce della Manif pour Tous di Arezzo e redattore del quotidiano "La Croce" di Mario Adinolfi. L'iniziativa è stata addirittura presentata negli spazi istituzionali della Camera dei Deputati, sponsorizzata dall'on. Giovanni Donzelli di Fratelli d'Italia e dal sen. Simone Pillon della Lega.
Trento e Bolzano sono però in buona compagnia visto che fra le amministrazioni chiamate in causa c'è un bel pezzo d'Italia: le Regioni Lazio, Campania, Piemonte, Toscana e Umbria, oltre ai Comuni di Roma, Firenze, Napoli, Catania, Torino, Milano, Genova e Cagliari.
Secondo Fiani tutti questi enti sarebbero colpevoli di aver dato il patrocinio, anche economico, alle iniziative che si sono svolte in occasione dei pride. Gli esposti depositati presso le procure di Trento e Bolzano riguardano in particolare il Dolomiti Pride, la grande manifestazione per i diritti, la libertà e l'autodeterminazione che lo scorso 9 giugno ha visto sfilare per le strade di Trento oltre 10.000 persone.
A Fiani vogliamo ricordare che i patrocini ai pride - anche onerosi - non sono un danno erariale ma un investimento per la crescita culturale e sociale di tutta la cittadinanza. I pride portano cultura, divertimento, riflessione e benessere per tutta la città, non solo per le persone LGBT+.
Non ci sarebbe quindi nessuno scandalo se le amministrazioni pubbliche del Trentino - Alto Adige avessero finanziato direttamente la parata del pride, visto che questa manifestazione rappresenta da decenni e in tutto il mondo un momento fondamentale per la visibilità e il riconoscimento della comunità LGBT+.
Segnaliamo però a Fiani che il patrocinio concesso dal Comune di Bolzano è stato puramente morale e non ha comportato nessun contributo in denaro. Il Comune di Trento ha sì concesso un contributo economico al Dolomiti Pride, ma solo per quanto riguarda gli appuntamenti culturali che hanno preceduto la parata: mostre, conferenze e cineforum che hanno visto una larghissima presenza della cittadinanza e che hanno contribuito a creare le condizioni per un pride ampiamente partecipato e vissuto con consapevolezza.
Fra l’altro, le amministrazioni che hanno sostenuto il Dolomiti Pride hanno mantenuto fede agli impegni presi con l’adesione a RE.A.DY, la Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.
Partecipando al pride le amministrazioni riconoscono alle persone LGBT+ il pieno diritto di cittadinanza, facendole sentire a pieno titolo parte della comunità in cui vivono.
Ancora una volta le azioni portate avanti dal fronte omo-bi-transfobico non fanno altro che creare confusione e mistificare la realtà, con un chiaro intento intimidatorio rispetto ai soggetti e alle istituzioni che supportano il diritto all’inclusione e alla libertà di espressione di ogni cittadino e cittadina.
Se si deve parlare di danno erariale, questo va tutt’al più imputato a chi, occupando spazi istituzionali, impegna le procure su questioni inevitabilmente destinate a risolversi in un nulla di fatto.
Come Comitato Organizzatore del Dolomiti Pride cogliamo invece quest’occasione per ringraziare nuovamente le tante istituzioni che in Trentino e in Alto Adige ci hanno sostenuto e hanno reso possibile portare nella nostra regione un evento tanto importante e dalle rilevantissime ricadute sociali e culturali.
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Nella foto: a sinistra il Dolomiti Pride, a destra Fiani posa di notte davanti al pulmino di promozione transofobica organizzato da Filippo Savarese a spese della Hatzer Oil dello spagnolo Ignacio Arsuaga.