Il fondamentalismo presenta 12 esposti alla Corte dei Conti contro i patrocini ai Pride. Contestano un danno eriale anche quelli gratuiti
È l'adinolfiniano Filippo Fiani ad aver presentato dodici esposti alla Corte dei Conti per contestare a oltre cento enti locali e regionali il loro patrocinio ai Pride.
Presumibilmente nel tentativo di trovare un qualche personaggio vicino al fondamentalismo che possa dar seguito alla sua farsa, Fiani ha presentato i suoi esposti alle procure territoriali di Campania, Lombardia, Piemonte, Umbria, Lazio, Toscana, Sicilia, Veneto, Sardegna, Liguria, Trento e Bolzano, gli esposti chiamano in causa le Regioni Lazio, Campania, Piemonte, Toscana, Umbria e molti Comuni importanti, tra cui Roma, Firenze, Napoli, Catania, Cagliari, Torino, Milano.
L'iniziativa è stata annunciata in una conferenza tenutasi (a spese della cittadinanza) presso la sala stampa della camera dei deputati per volontà del senatore leghista Simone Pillon e il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli.
A sottolineare come l'intera operazione abbia finalità meramente ideologiche è come Fiano abbia denunciato per «danno eriale» anche agli enti che hanno concesso un patrocinio gratuito. Insomma, l'accusa è infondata ma denunciano lo stesso perché evidentemente sperano che simili atti possano alimentare l'odio dei loro miliziani, incuranti di come la protesta venga sostenuta da quel partito che pare non avere intenzione di restituire i 50 milioni di euro truffati agli italiani.
Ricordando come l'odio omofobico abbia sempre e solo finalità politiche finalizzate alla promozione dell'ultra-destra, Donzelli ha affermato: «Decine di comuni a guida Pd, centrosinistra e Movimento 5 Stelle patrocinano e sostengono manifestazioni che promuovono la poligamia e la pratica barbara dell'utero in affitto: è surreale e indecoroso associare il nome di istituzioni a pratiche raccapriccianti vietate dalla Costituzione italiana. Sosteniamo l'iniziativa dei promotori perché crediamo che non sia pensabile sprecare risorse per iniziative contro la legge. Non possiamo accettare che una parte politica utilizzi le risorse pubbliche per diffondere pratiche raccapriccianti e diseducative. Chiediamo che la magistratura contabile intervenga per recuperare le risorse dai responsabili di scelte assurde».
Alla conferenza stampa erano presenti anche Filippo Savarese (dipendente della CitizienGo e presidente della Manif pour tous). Jacopo Coghe (dipendente della CitizienGo e presidente della Manif pour tous), Giusy D'Amico (Non si tocca la famiglia) e Maria Rachele Ruiu (dipendente della CitizienGo, co-presidente della Manif pour tous e membro del comitato di Gandolfini). Insomma, sempre e solo loro, in quello che ha tutta l'aria di un accanimento ideologico che insulta le istituzioni in atti di vera e propria intimidazione alla democrazia.