Il sindaco di Trento dice che non vuole assumersi «la responsabilità» di riconoscere una famiglia ai bambini sgraditi a Fontana
Dei bambini rischiano di restare orfani di genitore ancora in vita perché il sindaco ha paura a riconoscere le loro famiglia dopo i diktat dei ministri leghisti Fontana e Salvini. Siamo arrivati a questo, con il sindaco di Trento che non registerà gli atti di nascita dei bambini graditi a Gandolfini perché dice che un primo cittadino non può «assumersi la responsabilità di decidere».
In passato già si rifiutò di trascrivere i matrimoni contratti all'estero fra persone dello stesso sesso.
A non condividere la sua opinione è Arcigay Trentino, il quale commenta: «Al sindaco Andreatta chiediamo di avere, stavolta, l’intuizione e il coraggio per capire che la sua responsabilità non è di aspettare, ma di spendersi attivamente per tutelare i diritti delle famiglie trentine e dei loro figli e figlie. Ne va della stessa dignità del ruolo che ricopre: non un mero "notaio", ma un capo politico che promuove in ogni sede la dignità e i diritti dei propri cittadini e delle proprie cittadine. Lavarsene pilatescamente le mani demandando ad altri la decisione non ha senso in una cultura che promuove il senso di responsabilità e la partecipazione. Anche noi ci auguriamo che il Parlamento si occupi presto di questi temi. Considerando però le recenti dichiarazioni di alcuni ministri, ci pare molto difficile che la tutela dei diritti delle famiglie omogenitoriali e dei loro figli e figlie trovi posto nell'agenda del Governo. Per questo riteniamo che un segnale forte debba arrivare proprio dai livelli dell'amministrazione più vicini alle persone. Il rischio concreto è che debbano passare almeno altri 5 anni prima che questi bambini e bambine possano veder riconosciuti i propri diritti. Davvero non possiamo più aspettare».
Resta comunque surreale che Salvini e Fontana paiano pronti a togliere tutele giuridiche ai bambini quale atto di ritorsione verso i loro genitori. Per quanto loro non gradiscano il modo in cui sono legalmente nati all'estero o per quanto si vantino della loro passione per le donne, non è certo negandogli la trascrizione o impedendo possano andare dal pediatra che si darà seguito ai loro slogan. Potranno anche ripetere a pappagallo le parole di Gandolfini che dice di voler dare «un papà e una mamma» ai bambini, quasi credesse davvero che il suo dirsi eterosessuale lo renderebbe un genitore adottivo migliore di quanto potrebbero essere gli altri. peccato che quello slogan non ha senso perché, per quanto lo ripetano, non spunteranno genitori di pelle bianca, leghisti e ostentatamente eterosessuali che trascinino via il bambino dalla sua famiglia per crescerlo secondo il volere di Gandolfini (il che prevede l'imposizione di un orientamento sessuale a lui gradito, anche contro la natura dello sventurato minore). Togliere non dà nulla al piccolo, semplicemente complica la sua vita familiare e lo si priva dei diritti verso uno dei suoi genitori. Per assurdo, se la legge stabilisce che un genitore non possa astenersi dal pagare gli studi ai figli, Salvini è lì a dire che lui vuole sismere un genitore da quell'obbligo, danneggiando i bambini al solo fine di far contenti gli omofobi.
E chissà, forse le centinaia di migliaia di bambini italiani che vivono in stato di abbandono nel disinteresse della Lega forse sarebbero i primi a preferire due genitori gay a due eterosessuali che se ne fregano di loro. Ma dato che i ragionamenti non piacciono dato che il populismo che fa leva sul l'ignoranza e sui sentimenti di pancia, ecco che dei bambini vengono sacrificati sull'altare del ritorno elettorale. All'elettore padano piacerà sentirsi dire che i suoi pruriti sessuali sono un merito che verrà premiato, magari con qualche assessore che propone più più tasse per i gay nonostante sua evidente che i gay saranno cittadini di serie b anche durante la terza età dato che Salvini gli ha negato l'adozione di figli che avrebbero potuto occuparsi di loro.
Qui non è questione di responsabilità, è questione di scegliere se si vuole stare dalla parte della vita o tra il fronte dei carnefici.
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