La bufala dello smalto di Josepha è opera di Francesca Totolo, pagata da Casa pound per raccontare storie propagandistiche sui social
Francesca Totolo è l'autrice della bufala sullo smalto di Josepha, un post divenuto virale in cui si faceva becera dietrologia sullo smalto che la naufraga avrebbe avuto alle mani. A quanto pare non era toccata dalla storia di una naufraga restata alla deriva per 48 ore mentre i suoi compagni di disavventura morivano, così come evidentemente deve aver chiuso gli occhi davanti alle immagini che mostravano come Josepha non avesse alcuno smalto alle dita quando è stata salvata. Davanti alla disperazione di una donna, lei guardava le sue unghie e pensava a come poterle utilizzare per fomentare razzismo attraverso del becero populismo.
Si scoprirà poi la più semplice e ovvia realtà dei fatti: sopo il salvataggio alcune volontarie di Open Arms gli hanno curato le mani nel tentativo di farla parlare dopo lo shock subito. Evidente, ma non utile alla propaganda di estrema destra.
«Il mio primo post -racconta ai giornali- è della sera di sabato 21 luglio. Però mi lasci chiarire, per me i migranti sono le vittime, ma sono anche strumenti di propaganda. Sia da una parte che dall’altra, questo non lo nego, ma sono stati strumenti di propaganda per i no border, per chi è a favore della migrazione».
Nell'intervista rilasciata a La Stampa, la Totolo confessa anche di avere «stretti legami» con gli account Twitter anonimi che risultano specializzati nel diffondere e propagandare notizie contro i migranti. Si definisce «indipendente», ma collabora col sito del sopranista Luca Donadel e con Il Primato Nazionale di Casa Pound. Il tutto, ovviamente, non a titolo gratuito dato che ci tiene a precisare che quello sia il suo lavoro e che lei venga pagata per trascorrere le sue giornate a scrivere messaggi sui social.