16enne arrestato in Russia con l'accusa di aver violato la legge anti-gay di Putin
In Russia esisterebbero «esperti» incaricati di giudicare se delle fotografie sono gay o meno. Ci sarebbe da ridere se quelle figure non servissero ad istituzionalizzare un'omofobia di stato che colpisce l'intera comunità lgbt, soprattutto tra gli adolescenti.
Il primo minorenne arrestato in Russia con l’accusa di avere violato la legge sulla cosiddetta “propaganda di orientamenti sessuali non tradizionali sui minori” gay si chiama Maxim, ha 16 ed è originario di Biysk. L'adolescente è stato ritenuto responsabile di aver violato le norme anti-gay introdotte nel 2013 da Vladimir Putin perché avrebbe pubblicato su Vkontakte (il più popolare social network della Russia) quelle che vengono definite come «alcune foto di giovani uomini il cui aspetto (alcune parti del corpo nude) avevano le caratteristiche della propaganda di relazioni omosessuali, secondo l'opinione degli esperti». Per questo motivo dovrà pagare una una multa di 50.000 rubli.
Il Russian LGBT Network denuncia come al ragazzo non sia stato permesso di consultare un avvocato mentre la polizia compilava il verbale.
Se la teoria dei russi è che alcuni «esperti» avrebbero visto e valutato quegli scatti, non sembra un caso che ad essere stato colpito sia un giovane attivista che ha preso parte alla produzione di una performance artistica intitolata "I gay o Putin". Un'opera ancora inedita dato che le decine di richieste di autorizzazione per la messa in scena dello spettacolo sono state tutte respinte dalle autorità locali, portando il caso anche sul tavolo della Duma locale.
Il Russian LGBT Network riferisce che nel faldone contenenti le accuse rivolte al ragazzo ci fosse anche un documento che invitava a “intervenire” contro di lui a seguito di una protesta pubblica verificatisi a Biysk dopo la mancata autorizzazione ad una manifestazione in sostegno della comunità lgbt locale.
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