La propaganda social di Salvini viene pagata con le nostre tasse e ci costa mille euro al giorno

Matteo salvini ha un suo uffico adibito alla propaganda. Il loro compito non è promuovere la Lega, ma promuovere Matteo Salvini come come leader a cui affidare un ruolo non troppo dissimile da quello che fu il duce. Per intenderci, è quella gente che passa la giornata a creare meme con cui deridere il razzismo, che definisce «pacchia» la vita dei migranti o che diffonde commenti osannanti verso il «comandante» che chiude i porti, sfotte chiunque lo critichi e diffonde bufale razzisa sapendo che l'odio verso le minoranze può tramutarsi in un profitto.
Quello che si apprende ora è come Matteo Salvini li abbia assunti tutti il giorno stesso in cui è entrato al Viminale, dando loro anche un cospicuo aumento di stipendio che tanto verrà pagato dal popolo italiano. La promozione di Matteo Salvini costa mille euro al giorno sottratti al bene comune, quasi non fossero bastati quei 49 milioni già rubati dal suo partito e mai restituiti.
La denuncia è de L'Espresso, il quale spiega come i primi a passare sotto il libro paga del Viminale siano stati Morisi e Paganella, i fondatori della “Sistema Intranet” che da anni gestisce le pagine social di Matteo Salvini e tra i principali artefici del successo digitale del leghista. Poi si sono aggiunti anche gli altri, compreso il figlio di Foa. Il conto totale dello staff di Salvini passato sotto il libro paga delle casse statali è di 314mila euro all'anno per il solo staff social, a cui vanno aggiunti i 90mila euro l'anno garantiti al capo ufficio stampa Matteo Pandini, ex giornalista di Libero e autore di una biografia di Salvini.


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