Marco Tosatti torna ad accomunare omosessualità e pedofilia per incitare l'odio contro i gay
Stupidi noi a ritenere che la verità sia una sola. Secondo il vaticanista Marco Tosatti, tutto sarebbe "opinione" e qualunque evidenza scientifica può essere ignorata sulla base del proprio pregiudizio.
A lui non frega nulla di come la commissione d'inchiesta australiana nominata da sua Maestà abbia appurato che non esiste alcuna correlazione tra orientamento sessuale e pedofilia nei casi di abusi da parte di sacerdoti cattolici. Lui racconta che se un prete dice il contrario sulla base del suo disprezzo verso i gay, quel patetico parere debba essere ritenuto vero quanto quello di chi parla con dei numeri davanti.
È dalle pagine de La Nuova Bussola Quotidiana che Marco Tosatti scrive:
Robert Morlino, vescovo di Madison, parla chiaramente. In una lettera pubblicata sul giornale diocesano chiama le cose con il loro nome; parla di una “sottocultura omosessuale” nella Chiesa, e afferma che tutto questo – gli scandali che hanno lacerato la Chiesa americana, ma non solo: pensiamo al Cile, pensiamo al seminario di Tegucicalpa in Honduras, in attesa che si scoperchino altre pentole, magari in Italia stessa – sono dovute al fatto che si è smesso di chiamare il peccato con il suo nome, per una malintesa bontà. È una lettera coraggiosa, e appare una risposta diretta a quanti – come il gesuita James Martin, e quelli che lo appoggiano, i cardinali Blaise Cupich e Kevin Farrell, per citarne due – sembrano impegnati in una battaglia per fare sì che la Chiesa riconosca come normali comportamenti e inclinazioni che il Magistero e il Catechismo definiscono “oggettivamente disordinati”.
Siamo dunque alla pubblica celebrazione di chi benedice l'odio omofobico con un Marco Tosatti che ci viene a dire che i gay sarebbero anormali. Il tutto attraverso un articolo che, parlando di pedofilia, inizialmente si intitolava: "E' omosessualità, vescovo tuona controcorrente". Poi il titolo è cambiato, forse perché il signor Tosatti si è accorto che sarebbe stato troppo patetico cercare di sfruttare i suoi slogan sul «pensiero unico» che impedirebbe ai poveri omoffobi di poter deliberatamente danneggiare la vita dei gay mentre implora la censura di chiunque abbia posizioni in contrasto con il suo smisurato odio contro il prossimo.
Secondo Tosatti, il «cuore del problema» dello scandalo pedofilia sarebbe che:
E poi va al cuore del problema: “Troppo a lungo abbiamo minimizzato la realtà del peccato – abbiamo rifiutato di chiamare il peccato peccato – e abbiamo scusato il peccato in nome di una malintesa nozione di misericordia. Nei nostri sforzi di essere aperti al mondo siamo diventati troppo vogliosi di abbandonare la Via, la Verità e la Vita. Per evitare di offendere offriamo a noi stessi e agli altri gentilezze e consolazione umana”.
Ed ancora:
Non ci deve essere spazio o rifugio per il peccato, né nelle vite, né nella Chiesa. Morlino ricorda che nello specifico si parla di deviazioni sessuali da parte di preti. “Parliamo di proposte omosessuali e abusi contro i seminaristi e i giovani preti da parte di preti potenti, vescovi e cardinali”.
E continua: “C'è stato un grande sforzo compiuto per tenere separati atti che ricadono nella categoria ora culturalmente accettabile dell'omosessualità e gli atti pubblicamente deplorati di pedofilia. Fino a poco fa i problemi della Chiesa sono stati dipinti puramente come problemi di pedofilia, e questo a dispetto della chiara evidenza del contrario”. Ma la Chiesa non ha mai considerato accettabili né gli uni né gli altri; “né l'abuso di bambini, né alcun uso della sessualità fuori del matrimonio, né il peccato di sodomia”.
Morlino dice che le stime sui preti omosessuali attivi lo sbalordiscono. “È tempo di ammettere che c'è una sottocultura omosessuale, che sta provocando devastazioni nella Vigna del Signore. L'insegnamento della Chiesa è chiaro: l'inclinazione omosessuale in sé non è peccaminosa, ma è intrinsecamente disordinata in maniera tale che rende ogni uomo colpito da essa non adatto a essere un prete. E la decisione di agire seguendo questa inclinazione è un peccato così grave che grida al cielo per vendetta, specialmente quando riguarda i giovani, e i più vulnerabili. Tale malvagità va odiata con odio perfetto…ma se dobbiamo odiare il peccato, non dobbiamo mai odiare il peccatore, che è chiamato alla conversione e alla penitenza”.
Se è buffo che Tosatti sua così bramoso di definire «sodomiti» i gay da ignorare che il sesso anale non è obbligatorio ed è spesso praticato anche da quegli eterosessuali che lui reputa più "ariani", assurdo è con quanto disprezzo parli del prossimo manco usasse le pagine del Vangelo come carta igienica. La sua tesi è che gli altri debbano «pentirsi» di vivere secondo natura e non secondo il suo volere.
In conclusione, Tosatti si unisce al chiedere che chi ha opinioni diverse dalle sue venga censurato. Lui esige si neghi il diritto di parola a chi pensa che Dio non odi i gay quanto lui e la sua gente:
Una presa di posizione forte; e devo dire, che, dopo averla letta, la presenza di persone come il padre James Martin a Dublino all'Incontro Mondiale delle Famiglie, oltre che come Consultore per il Dicastero della Comunicazione, appare veramente incongrua.
La censura è la pretesa di ogni totalitarismo e Marco Tosatti, oltre a ricalcare alcune posizioni del nazismo contro i gay, pare agoniarla nella speranza che nessuno possa contestare le stronzate che lui spergiura a sfregio della realtà appurata dai numeri.
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