Mollato Adinolfi, Gianfranco Amato fonda un proprio partito (ma viene deriso da Riscossa Cristiana)
Proseguono le lotte di potere all'interno del fronte integralista. D'altra parte c'è chi ha trascorso anni a creare la bufala "gender" ed è facile immaginarsi che non gradiscano come a beneficiarne sia solo quel Massimo Gandolfini che, attraverso la Lega di Salvini, ha posizionato un proprio uomo in Senato.
Mandato a quel paese Mario Adinolfi e il suo fallimentare progetto del Popolo della famiglia (che dicevano dovesse essere rigorosamente bianca ed eterosessuale), Gianfranco Amato annuncia la fondazione di un suo movimento politico.
A detta sua, si tratterà di un movimento che sarà «capace di ridare slancio e riunire quel patrimonio di forze ed energie associative, culturali, politiche e imprenditoriali che vorranno mobilitare l’Italia dando inizio a una nuova stagione fatta di ricostruzione di quella cultura bimillenaria che per secoli ha fatto del nostro Paese il faro della civiltà occidentale».
Insomma, una cosuccia da niente che non mostra assolutamente quello che qualcuno sostiene sia la sua fame di protagonismo. Ed infatti è lo scorso giugno che dalle pagine de La Verità di Maurizio Belpietro che Amato assicurava i suoi proseliti sul fatto che «non ho, né ho mai avuto, alcuna ambizione personale, perché non ho, né ho mai avuto, alcun progetto personale da difendere».
Poco più di un mese dopo, ecco nascer il suo progetto personale ed ecco svanire il suo sostenere che volesse farsi da parte per non togliere voti a Salvini dato che, a suo dire, gli italiani avrebbero dovuto «scegliere tra la Lega e il Movimento Cinque Stelle. Ogni alternativa verrebbe vista come una pericolosa sottrazione di voti ad una di quelle due forze politiche. L’idea di non far vincere i grillini e la loro devastante visione antropologica, avrebbe a quel punto un indiscutibile appeal nel popolo del Family Day».
Parole e tesi che, evidentemente, non devono averlo portato ad ottenere ciò che sperava se ora è già pronto a rinnegarle in toto.
L'annuncio arriva attraverso un «comunicato stampa» diramato dal sito «dell'Avv. Gianfranco Amato» e firmato da un «Ufficio Stampa Avv. Gianfranco Amato». Non male per quel signore che comunica ai propri proseliti attraverso una pagina Facebook che si pone come «fan page» di sé stesso. Nel testo, intitolato "Nasce il movimento ideato e progettato dall'Avv Gianfranco Amato", leggiamo:
Partendo da un quinquennio di attività informativa e divulgativa in giro per l’Italia, dall'esperienza dei due Family Day e dalla conseguente militanza sul campo, nasce il movimento pensato e fortemente voluto dall’Avv. Amato per riportare la famiglia al centro di una sempre più incisiva azione culturale, sociale e politica.
Programmata per settembre la nascita del nuovo Movimento promosso dall’avvocato Gianfranco Amato, Presidente dei Giuristi per la Vita.
«Sarà un Movimento – afferma l’avv. Amato – capace di ridare slancio e riunire quel patrimonio di forze ed energie associative, culturali, politiche e imprenditoriali che vorranno mobilitare l’Italia dando inizio a una nuova stagione fatta di ricostruzione di quella cultura bimillenaria che per secoli ha fatto del nostro Paese il faro della civiltà occidentale».
Il Movimento agirà non solo sul piano culturale, ma si impegnerà anche nella costruzione di opere per il sociale, allo scopo di essere concretamente vicino alle esigenze delle famiglie più esposte a questi tempi di crisi feroce, e nella ricostruzione politica, lavorando affinché in Parlamento e nelle istituzioni possano arrivare in numero sempre maggiore donne e uomini che vogliano impegnarsi nel promuovere quei principi e valori imprescindibili per il bene dei nostri figli, delle famiglia e della società tutta.
Se non poteva mancare il solito sostenere che è per il bene dei bambini che lui promuove odio verso i bambini gay o quelli che dovessero avere un'identità di genere non conforme agli stereotipi, è un po' surreale come nel testo le varie parole chiave dell'integralismo cattolico sembrino posizione a caso per dar vita ad una supercazzola che di fatto non dice nulla.
Persino gli integralisti di Riscossa Cristiana, per quanto vicini alle rivendicazioni omofobe dell'Avv. Gianfranco Amato, paiono propensi a deridere il testo, al punto da commentare:
Il “Comunicato” ricorda un po’ il “Primo e ultimo avviso” di Peppone, ma non è questo il punto. Il Movimento nascerà, sicuramente nascerà. Non tanto perché è scritto nel titolo del bizzarro “Comunicato” che dimentica di dire come si chiama il Movimento, quanto perché è spiegato in chiusura: l’obiettivo è quello di lavorare “affinché in Parlamento e nelle istituzioni possano arrivare in numero sempre maggiore donne e uomini che vogliano impegnarsi nel promuovere quei principi e valori imprescindibili per il bene dei nostri figli, delle famiglia e della società tutta”. Traduzione: il “movimento ideato e progettato dall’Avv. Gianfranco Amato” nasce per portare, o tentare di portare, in Parlamento il medesimo Avv. Gianfranco Amato, reduce da solenne trombatura alle ultime elezioni.
A costo di ripetersi, è bene ricordare che il Movimento sarà “capace di ridare slancio e riunire quel patrimonio di forze ed energie associative, culturali, politiche e imprenditoriali che vorranno mobilitare l’Italia dando inizio a una nuova stagione fatta di ricostruzione di quella cultura bimillenaria che per secoli ha fatto del nostro Paese il faro della civiltà occidentale”.
Forse, mentre lo scrivano dell’Ufficio Stampa dell’Avv. Gianfranco Amato prendeva nota dei suoi pensieri, l’Avv. si vedeva affacciato al balcone di Palazzo Venezia in atto di soggiogare una marea sterminata e plaudente. O forse aveva semplicemente finito di vedere il discorso alla folla del Presidente del Borgorosso Football Club. In ogni caso, il programma è ambizioso, ma, se si parte per tempo, entro l’anno le truppe possono essere già dentro il Parlamento: “donne e uomini”, nel giusto ordine, come si conviene a truppe decise, ma politicamente corrette.
Senza scomodare il rarefatto pensiero del ragionier Ugo Fantozzi sulla Corazzata Potemkin, prima di tornare all’anguria in fresco nel pozzo, mi permetto di dare un piccolo consiglio a quei bravi cattolici disposti a vedere la luce della rivincita negli occhi di qualsiasi personaggio dal piglio tra il marziale e il profetico: lasciate perdere. Non cominciamo con la solita litania del “meglio qualcosa che niente”. Prima di fare i Movimenti cattolici, bisogna fare i cattolici e, fino ad allora, meglio niente che qualcosa. Ma anche dopo varrebbe la pena di rivalutare la saggezza del “non expedit”. Lasciate perdere, dite il Rosario, andate a Messa, quella vera, e fidatevi del Padreterno. Non mettetevi per strada al seguito della prima marcia che passa. Tutte le strade, e tutte le marce, portano a Roma. È proprio questo il problema.