Salvini, il ministro che lancia uove e che mette faccine sorridenti mentre parla di donne stuprate
«Non auguro a nessuno di dover schivare petardi, sassi, uova lanciati da quattro disadattati da rieducare. Qualcuno lo denunciamo, che dite?». Lo scrive Matteo Salvini con i suoi soliti toni da bulletto attraverso un messaggio ideato dall'ufficio propaganda in cui lavora il figlio di quel Foa a cui lui voleva dare la Rai.
Immancabile è anche la call to action finale, con il suo solito invito a dare libero sfogo all'odio.
Ma è proprio Salvini che nella sua autobiografia scriveva: «Nel 1999 è stato denunciato e condannato a 30 giorni per oltraggio a pubblico ufficiale (lancio di uova a D'Alema e qualche divisa sporcata): politicamente scorretto ma ne valeva la pena».
La tesi che Salvini vorrebbe sostenere è che lui debba essere assolto da qualunque accusa di razzismo perché, se si ignorano le dieci sparatorie a danni di migranti, in un caso dice che ad aver procurato danni ad una donna è il figlio di un consigliere del Pd. E se quando il candidato sparò contro dei migranti lui si affrettò a negare collegamenti non la legge, ora chiede che il Pd si scusi se un loro consigliere ha un figlio idiota. E peraltro condanna ciò che lui si vantava di aver fatto, mostrandoci come lui non voglia far politica ma voglia solo cavalcare l'odio.
Non meno grave è un ministro dell'Interno che sfotte gli antirazzisti e che mette faccine sorridenti nei messaggi in cui pare tutto divertito a raccontare che una donna è stata stuprata. Fregandosene degli altri casi, lo rende tronfio poter dire che un crimine è stato compiuto da un nigeriano:
Lui nega il razzismo mentre lo fomenta e pare divertirsi un mondo nel prendere per il culo i cittadini mentre il suoi fidatissimo ministro Fontana, tutto tronfio nell'ostentare quanto a lui piaccia portare a letto donne, cerca di demolire la legge che contrasta il neofascismo e i crimini d'odio.