I seguaci della Miriano sostengono che l'omosessualità sia «un vizio» e «una stortura» che va «distrutta»
In risposta all'ennesimo articolo in cui la signora Costanza Miriano tenta di accostare omosessualità e pedofilia e di sostenere che l'omosessualità si possa «curare» con la psichiatria, i suoi proseliti hanno dato il peggio di sé.
Tra i commenti risulta particolarmente tragicomica la lunga trattazione che vede i proseliti della signora Miriano tutti concordi nel sostenere che i gay non debbano poter diventare i preti e che senza l'esistenza dei gay non esisterebbe la pedofila. E in quel loro darsi ragione a vicenda riguardo ai loro pregiudizi e alle false premesse su cui hanno costruito la loro legittimazione all'odio, litigano nel cercare di decidere se le messe e si sacramenti celebrati da sacerdoti gay possano essere ritenuti validi o se ci si debba andare a confessare dato che la loro celebrazione non varrebbe nella loro tessera sulle presenze alla messa domenicale. Siamo dunque dinnanzi a persone per cui i rituali hanno più significato delle idee e per cui la ragione è motivo di paura: loro vogliono eseguire gli ordini, spiegandoci perché siano fedelissimi di una donna che vuole la sottomissione al maschio in modo da non doversi occupare di prendere le redini della propria vita.
Non manca neppure chi giura che i preti eterosessuali siano necessariamente eterosessuali in virtù di come loro siano convinti che i progressisti siano gay. A detta loro, infatti, non si potrebbe pensare che i gay abbiano diritto di esistere a meno che non sia sia gay.
Tra insulti, offese gratuite, è inneggiando alla violenza come mezzo per annientare chiunque osi mettere in dubbio i loro più perversi pregiudizi che tra i commenti scrivono: