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Il Senato rumeno approva il referendum voluto dagli ortodossi per ridefinire il matrimonio secondo i loro distinguo

Il Senato rumeno ha accolto le richieste dell'integralismo religioso con l'obiettivo di proporre un referendum costituzionale che mira a ridefinire il matrimonio come una «unione tra uomo e donna».
Nonostante in Romania non esista il matrimonio egualitario, è di rendere più complicata un'eventuale approvazione che la Chiesa ortodossa chiede che la Costituzione sia modificata per inserire espliciti distinguo sui sessi. Nel testo attuale si parlava di «sposi» senza specifiche sul loro sesso.
In uno stato dove gli ortodossi hanno enorme potere e dove l'omofobia è un problema più che tangibile, solo 13 parlamentari di Unione Salva Romania (Usr) hanno votato contro il provvedimento. A sostegno della ridefinizione della famiglia in una chiave in cui l'eterosessualità verrà ritenuta un elemento fondante dal carattere giuridico sono stati i senatori del Partito Social Democratico (Psd), di Alleanza dei Liberali e dei Democratici (Alde), del Partito Nazionale Liberale (Pnl) e dell'Unione Democratica Magira di Romania (Udmr).
Si andrà alle urne il 7 ottobre. Da più di un anno le chiese rumene stanno facendo promozione al voto, usando ogni mezzo per tentare di convincere i fedeli di votare contro i diritti dei gay.


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