La CitizienGo definisce una «vittoria» la nomina di Marcello Foa a presidente della Rai
Secondo l'organizzazione fondamentalista CitizienGo, la nomina di Marcello Foa a nuovo presidente della Rai debba essere considerata una loro «vittoria».
In una petizione lanciata ad agosto, l'organizzazione affermava che la candidatura di Foa dovesse essere ritenuta una «occasione storica» perché «si è apertamente schierato anche contro l'ideologia Gender, difendendo il Family Day e lamentando il fatto che la televisione pubblica non ne avesse data alcuna risonanza». Sottolinearono con molta enfasi anche il suo aver definito le famiglie gay come una «assurda, folle manipolazione sociale, volta a inibire la propria naturale sessualità e la forma più ovvia, elementare, naturale di associazione tra umani: quella della famiglia con un padre e una madre. Una normalissima famiglia eterosessuale».
Ora sostengono che il loro Foa lavorerà assieme a loro per proporre un indottrinamento ideologico allineato al loro volere. Va infatti ricordato che, dizionario integralismo-italiano alla mano, per «ideologia» intendono il rispetto delle diversità, auspicando una strenua promozione degli stereotipi di genere; per «vita» intendono l'abolizione della libertà di scelta per le donne e l'obbligo di produzione di bambini; per «famiglia» intendono solo quella eterosessuale (meglio e con moglie sottomessa) e per «libertà educativa» intendono la censura di qualunque tematica possa garantire ai ragazzi delle informazioni non allineate al loro volere (quindi è doveroso garantire incontri col vescovo o fare lezioni di religione, ma va impedito che si possa parlare di sesso sicuro o di contraccezione).
A doverci preoccupare è come la televisione pubblica non sia l'unica meta di conquista da parte del fondamentalismo organizzato. Solo pochi giorni fa annunciarono che il loro Massimo Gandolfini sta lavorando insieme al leghista Simone Pillon (quello che voleva combattere la stregoneria nelle scuole) per cercare di colonizzare le scuole con la sua ideologia.
Anche qui la sua neolingua andrebbe contestualizzata, precisando come quello che loro definiscono «priorità educativa» è in realtà una richiesta volta a chiedere che non si tenga conto dei diritti dei ragazzi ma solo dei desideri dei loro genitori, affermando che la prole deve essere considerata una loro proprietà e che ne debbano poter disporre come più prefioriscono anche se contro il loro supremo interesse.
Pare dunque surreale come televisione pubblica e scuola sembrino finite nelle mani di un integralismo organizzato che nella foto di apertura vediamo nei suoi numeri durante una manifestazione dinnanzi all'Unar (a sinistra c'è Provita Onlus, al centro la CitizienGo e a destra il comitato Articolo 26... quattro gatti che stanno minacciando seriamente il futuro dei nostri figli)