La Corte Suprema Usa respinge il ricorso di un'organizzazione cattolica contraria alle adozioni gay

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto la richiesta di ricorso avanzata dal Catholic Socials Service (Css) di Philadelphia contro il taglio dei fondi pubblici alla loro organizzazione in seguito al loro rifiuto di dare figli in adozione a coppie gay. L'organizzazione cattolica, facente parte dell’arcidiocesi di Philadelphia, sosteneva che la violazione delle leggi vigenti fosse legittimato da una presunta «obiezione di coscienza» dettata da quella che sostenevano fosse una «violazione del loro diritti di libertà religiosa e d’espressione». Secondo loro, infatti, la loro presunta libertà religiosa dovrebbe legittimarli a poter liberamente discriminare mentre esigono che le tasse delle loro vittime debbano finire nelle loro tasche.
I giudici di primo e secondo grado avevano sentenziato che le loro politiche discriminatorie non erano compatibili a fornire servizi pubblici.
L'amministrazione di Philadelphia aveva deciso che l'agenzia cattolica avrebbe potuto continuare a ricevere fondi municipali per la sua attività solo se avesse rispettati l'ordinanza antidiscriminatoria cittadina, secondo la quale i genitori adottivi vanno certificati a prescindere dalla loro religione, etnia o orientamento sessuale.


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