La scienza sbugiarda Cascioli: gli abusi dei preti non sono collegati a celibato o omosessualità, ma solo con la maturità
Ancora una volta la scienza sconfessa le bugie raccontate dalla stampa integralista. Per quanto il fondamentalista Riccardo Cascioli giuri e spergiuri che esisterebbe una correlazione tra omosessualità e pedofila, uno studio tedesco ha confermato che dietro le sue parole ci siano solo falsità diffamatorie vomitate contro un gruppo sociale che da anni risulta vittima delle sue costanti e blasfeme aggressioni.
Il nodo della questione, su cui gli integralismo cercano di fare dietrologia, è come 62,8% delle vittime di abusi sessuali compiuti da sacerdoti cattolici tedeschi tra tra il 1946 e il 2014 risulti di sesso maschile contro il 34,9% di sesso femminile. Riccardo Cascioli, Mario Adinolfi, Marco Tosattti e Costanza Miriano dicono che quel dato sarebbe la conferma del suo sostenere che gli abusi vengano compiuti solo da gay.
I dati che emergono dallo studio commissionato dalla conferenza episcopale tedesca sugli abusi sessuali dicono che non è così. Lo studio individua che il numero vittime di sesso maschile abbiano molteplici cause, come il fatto che prima del Concilio vaticano II solo i maschi potevano fare i chierichetti.
Lo studio si è concentrato anche sugli «atteggiamenti ambivalenti della morale sessuale cattolica nei confronti dell’omosessualità e sul significato del celibato. L’obbligo di una vita nel celibato potrebbe sembrare la soluzione dei propri problemi psichici a seminaristi inclini a negare le proprie tendenze omosessuali, dato che offre anche la prospettiva di una stretta convivenza esclusivamente con uomini, perlomeno in seminario. A questo riguardo specifiche strutture e regole della Chiesa cattolica potrebbero avere un elevato potenziale di attrazione per persone immature con tendenze omosessuali» e «c’è quindi il pericolo che queste tendenze debbano essere vissute "di nascosto". La complessa interazione di immaturità sessuale, di possibili latenti tendenze omosessuali negate e respinte in un ambiente in parte anche manifestamente omofobo potrebbe essere un’altra spiegazione della prevalenza di vittime di sesso maschile nell'abuso subito da religiosi cattolici. Tuttavia né l’omosessualità né il celibato sono di per sé cause dell’abuso sessuale su minori».
Proprio per evitare strumentalizzazioni integraliste, i ricercatori hanno ritenuto di dover specificare nero su bianco che l'omosessualità «non è un fattore di rischio di abuso sessuale» e che «i risultati dello studio ci obbligano a occuparci del significato che hanno le idee specifiche della morale sessuale cattolica riguardo all'omosessualità nel contesto dell’abuso sessuale su minori. Deve essere urgentemente ripensato anche l’atteggiamento fondamentalmente negativo della Chiesa cattolica verso la consacrazione di uomini omosessuali. Le terminologie idiosincratiche usate dalla Chiesa in questo contesto come quelle di ‘tendenze omosessuali profondamente radicate’ sono prive di qualsiasi fondamento scientifico. Al posto di questi atteggiamenti occorre creare un’atmosfera aperta e tollerante».
Volessimo generalizzare come fanno gli omofobi, potremmo tranquillamente sostenere che Riccardo Cascioli e Cistanza Miriano siano molto più responsabili di quegli abusi di un qualunque gay.
La conclusione dello studio tedesco è praticamente la scoperta dell'acqua calda: «Una vita nel celibato scelta con maturità e su base volontaria è possibile. La premesse di base, cioè la scelta volontaria e la maturità dello sviluppo della personalità non sono necessariamente presenti in tutti i seminaristi».