L'uomo che ideò la sterile polemica contro il Gioco del rispetto è un amico di Filippo Fiani?
Dopo anni passati a idolatrare Mario Adinolfi, lo scorso luglio il fondamentalista Filippo Fiani ha avuto i suoi cinque minuti di popolarità nel presentare alla Corte dei Conti i suoi 12 esposti contro qualunque ente avesse osato patrocinare un Gay Pride. Ad affiancarlo c'era l'associazione omofoba di Filippo Savarese e il solito senatore leghista Simone Pillon.
Lo scorso agosto, che Filippo Fiani ha condiviso sulla sua pagina Facebook questa fotografia:
Al di là della bruttezza della battuta, l'aspetto più interessante del post è come l'uomo seminudo che si trova al suo fianco sia Amedeo Rossetti.
Se forse il nome non vi dirà molto, si tratta del fondamentalista che nel 2015 creò una sterile polemica contro il gioco del rispetto organizzato nelle scuole di Trieste. Dopo aver ritirato suo figlio dall'asilo, pubblicò sulle pagine de La Nuova Bussola Quotidiana un articolo in cui tentò di travisare un'attività scolastica che si basava semplicemente sull'insegnare ai bambini che anche una donna può fare il muratore o che un uomo può stirare le camicie. Lui sosteneva che c'entrasse il «gender» e che qualcuno volesse obbligare suo figlio «a vestirsi da donna».
L'11 maggio 2015 affiancò anche il filo-legista Gianfranco Amato in uno dei suoi comizio di disinformazione, raccontando ancora una volta la sua curiosa versione dei fatti. Con l'appoggio dei fondamentalisti cattolici e delle destre, ottenne che l'attività fosse negata ai figli di tutti gli altri genitori della provincia.
I fondamentalisti tennero viva la polemica per mesi, arrivando pure a lamentarsi di come l'asilo avesse dato ad un altro bambino il posto di suo figlio dopo che l'uomo l'aveva ritirato e non l'aveva più mandato a scuola con l'inizio del nuovo anno. Nella versione de La Nuova Bussola Quotidiana, i fatti vennero così presentati al mondo fondamentalista:
Nel 2016 Rossetti continuò a mettere a frutto quella polemica, viaggiando in Germania per partecipare ad un comizio della Demo für Alle e per attaccare l'Italia dicendo che per colpa dei gay i bambini fossero minacciati da una fantomatica «ideologia gender».
Dalla foto pubblicata ad agosto, pare abbastanza evidente che il signor Fiani sia amico di Rossetti, sottolineando quella curiosa coincidenza per cui a promuovere omofobia sono sempre ed esclusivamente persone tra loro collegate, magari proposte pure come presunti «testimoni» delle loro stesse tesi.
In pratica, è come se per sostenere una teoria si chiamasse un proprio amico e gli si chiedesse di fingere di non conoscersi. Ma quando lo scopo è minacciare l'educazione degli altri e fermare un progetto educativo utile alla collettività, l'impressione è che non si tratti di una bugia veniale.