Oscar Camps: «Noi abbiamo salvato 59mila persone, le politiche di Salvini ne hanno uccise quasi mille. Saremmo noi i criminali?»
Oscar Camps, fondatore di Proactiva Opens Arms, non ci sta ad essere preso in giro dal bullismo populista di Matteo Salvini. A fronte della costante campagna denigratoria che il ministro dell'interno sta conducendo contro chi salva vite umane al posto di deportarle nei lager libici, è su Twitter che denuncia:
Noi abbiamo salvato più di 59mila persone. Le politiche di Salvini hanno causato quasi 1000 morti in soli 3 mesi. E saremmo noi i criminali da combattere?
È dunque numeri alla mano che Camps mina uno dei punti chiave della propaganda salviniana, ossia il negare che i porti chiusi compiacciono il razzismo dei suoi elettori con un prezzo in termini di vite umane.
Sarà anche che leghisti alla Costanza Miriano non sembrino provare vergogna nel sostenere pubblicamente che lei sperano di potersi pagare una colf con i soldi sottratti all'assistenza umanitaria, ma tutto ruota attorno al pressapochismo e alla disinformazione di chi pare ignorare che l'Italia deve restituire tutti i fondi europei per i migranti che già oggi non spende nella loro interezza, motivo per cui sta rinunciando ad opportunità di integrazione e di sviluppo solo perché il razzismo porta voti e fa il gioco di Putin nella promozione dell'antieuropeismo. Lo stesso discorso vale per chi chi plaude ad una legge razzista che rischia solo di aumentare la clandestinità e l'illegalità, anche in questo caso nell'evidente negazione dell'ovvio: Salvini non ha alcuna convenienza a risolvere i problemi legati ai migranti, perché se lo facesse davvero, la gente smetterebbe di votarlo dato che non avrebbero più bisogno delle sue invettive e opterebbero per chi promette soluzioni ad altri problemi. È questo il motivo per cui il Carroccio ha tutta la convenienza a produrre norme che amplifichino i sentimenti di odio, esattamente come già fecero con quella Bossi-Fini che impose le regole contro cui oggi inveisce Salvini (ossia l'obbligo di rimpatrio per chi non fa domanda di asilo, il divieto di un'attività lavorativa per chi è profugo e il divieto alla regolarizzazione di eventuali clandestini che trovassero un lavoro... ossia regole che paiono spingere più alla criminalità che alla sicurezza e integrazione).
Certo è che quando l'ex "comunista padano" inizia a dire di voler essere chiamato "comandante" e si fa gioco della vita umana, forse è il caso di iniziare ad aver paura. Perché oggi sono i migranti a farne le spese, ma domani potrebbe essere chiunque. Tra gay, donne e divorziati, il senatore leghista Pillon pare già avere una lunga lista di candidati alla discriminazione... e comunque ci sarà sempre chi sosterrà che gli altri debbano essere considerati meno belli, intelligenti e meritevoli di sé stesso.
Quindi anche a chi non frega nulla degli altri, la questione dovrebbe interessare quantomeno per mero egoismo, perché prima o poi tutti rischiano di essere minoranza.
A leggere la rabbia che i lettori de Il Giornale riservano alle operazioni di salvataggio e la violenza con cui sperano che i soccorritori siano uccisi, l'impressione è che si sia andati ben oltre al clima della Germania nazista in cui i tedeschi facevano finta di non sapere che cosa accadesse ad Auschwitz. Qui siamo dinnanzi a chi lo sa e pare compiacersene.