Tommaso Scandroglio non vuole l'aggravante dell'odio per i nazisti che hanno cercato di bruciare vivi due gay

«Una coppia di omosessuali viene aggredita e minacciata a Verona. La magistratura apre un fascicolo contro ignoti per l'ipotesi di tentato incendio, minacce aggravate e danneggiamento. Ma il procuratore Barbaglia va oltre e considera l'aggravante prevista dalla legge Mancino. Ma la legge Mancino parla di razzismo, non di sessismo».
È quanto scrive La Nuova Bussola Quotidiana in difesa dei nazisti che, firmando il proprio odio con svastiche, hanno cercato di bruciare viva una coppia gay.
E chissà che qualcuno possa soiegargli che l'onofobia non è «sessismo» anche se loro paiono confondere due temi che disprezzano. D'altra parte il signor Cascioli basa il suo intero fatturato sul sostenere che i maschi valgano più delle donne e che gli eterosessuali valgano più dei gay... e se poi c'è l'occasione di sostenere che i gay sarebbero femmine, l'integralista medio svenderebbe l'utero della madre pur di vomitare insulti gratuiti

Cercando di proporre paragoni patetici, Tommaso Scandroglio inizia a scrivere:

Lo spandex, conosciuto anche come elastam, è una fibra sintetica usata per elasticizzare i tessuti. Ecco vi è un giudice in quel di Verona che intende usare questa fibra per elasticizzare la legge al fine di disciplinare quei casi che la legge non disciplina.

Premesso come lui riconosca la discriminazione ma non tolleri che le vittime della sua campagna d'odio possano godere di tutele simili a quelle riservate per i crimini razziale o dettati dal credo religioso, quel fondamentalista che voleva negare un funerale a due adolescenti gay in virtù del loro orientamento sessuale inizia a mettere in dubbio i fatti.
Ovviamente lo fa nel modo più inumano, schifoso possa fare, uscendosene col giurare che i gay prenderebbero a schiaffi i manifestanti delle a Sentinelle in piedi". È un collegamento falso, ideologico e degno di un servitore di Satana che non esista a mentire per giustificare l'odio. Scrive Scandroglio:

Ma partiamo dai fatti. L'11 agosto scorso Andrea Gardone e Angelo Amato, coppia omosessuale, passeggiano in piazza Bra a Verona. Un gruppetto di ragazzi inizia a prenderli in giro, i toni si alzano e alla fine vola uno schiaffo ad uno dei due. La Digos indaga – simile celerità mai è stata registrata per le plurime e prevedibili aggressioni subite dalle Sentinelle in piedi – e lo schiaffeggiatore viene denunciato.

Se qualcuno potrebbe provare a spiegare al fondamentalista che il fatto che i suoi amichetti non abbiano denunciato il falso non significa che le reali vittime di crimini d'odio non possano più ricorrere alla giustizia, è a quel punto che mette in dubbio i fatti (di fatto ipotizzando che i due ragazzi si sarebbero auto-vandalizzati la casa per screditare dei poveri nazisti):

Passano alcuni giorni e, una notte, Amato sente dei rumori sul pianerottolo di casa. Apre la porta e uno sconosciuto gli versa della benzina sul volto e poi scappa. Sui muri di casa contemporaneamente compaiono insulti rivolti alla coppia. Ovviamente se i fatti così come riportati dai media fossero veri, l'episodio sarebbe da stigmatizzare.

Si parte così col sostenere che la legge non debba poter difendere i gay:

Ma questo non è il punto. Il punto è il seguente. E’ stato aperto giustamente un fascicolo contro ignoti per l’ipotesi di un triplice reato: tentato incendio, minacce aggravate e danneggiamento. Fin qui tutto bene. Ma attenzione alla dichiarazione del procuratore Angela Barbaglia: «Inoltre contestiamo l’aggravante prevista dalla legge Mancino, che stabilisce pene più gravi per ogni tipo di discriminazione, non solo quelle politiche e razziali, ma anche quelle sessuali come in questo caso». Fosse stata la Barbaglia una studentessa di giurisprudenza sarebbe stata bocciata all'esame di penale. Infatti nella legge Mancino non c'è traccia del reato di discriminazione per motivi legati all'orientamento sessuale, né all'identità sessuale.

E poi si torna a fare demagogia:

Non solo: la prova che la legge Mancino non possa essere applicata anche ad atti di discriminazione per motivi legati all'orientamento sessuale per paradosso viene proprio dall'on. Ivan Scalfarotto il cui nome nell'immaginario collettivo è legato indissolubilmente al disegno di legge per contrastare la cosiddetta omofobia e che prevedeva, per l'appunto, l'estensione della risposta sanzionatoria prevista dalla legge Mancino anche per gli atti di discriminazione per motivi connessi all'orientamento sessuale. Se la legge Mancino avesse già previsto il carcere per chi insulta una persona omosessuale perché l'on. Scalfarotto avrebbe sentito l'esigenza di proporre questo disegno di legge?

In realtà nessuno ha proposto il carcere per chi insulta un gay, anche se il fondamentalismo organizzato ama sostenere il contrario per creare paura tra gli omofobi. D'altra parte sarebbe la stessa protezione offerta a cristiani e stranieri, ma non si ha notizia di persone finite in carcere per un insulto (nonostante l'evidente razzismo e alcune inaccettabili frasi dei leghisti).

Arriva così un attacco ai giudici:

Ecco dunque che il magistrato Barbaglia – scusateci per la battuta – ci vuole tirare proprio un tiro mancino e inserire un po’ di elastam nei suoi capi d'accusa per rendere più elastica la legge e farle dire ciò che non dice. Eccovi servito il diritto elastico.


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