Andrea Zambrano torna ad usare l'omofobia come mezzo per promuovere la Lega di Matteo Salvini

Andrea Zambrano appare letteralmente ossessionati day gay e dall'idea che possano essere lasciati liberi di vivere la loro vita senza subire discriminazioni. Ed è così che da qualche tempo La Nuova Bussola Quotidiana pare essersi trasformata in uno strumento di diffamazione che cerca di creare problemi a chiunque non si sottometta ciecamente al volere del fondamentalismo cattolico. Hai opinione diverse? Loro ti diffameranno, chiederanno il tuo licenziamento e ti scaglieranno addosso i loro miliziani. Lo hanno già fatto contro insegnanti, politici, attivisti e persino sacerdoti.

In un articolo intitolato "Nozze gay in ambasciata, in frantumi moratoria di governo", il fondamentalista si scaglia contro l'ambasciatore che fu già al centro delle sterili polemiche di Fratelli d'Italia per aver osato esporre una bandiera rainbow in occasione del Madrid Pride. Scrive:

Gravissimo che un ambasciatore conceda la sede diplomatica italiana a Madrid per un matrimonio gay tra spagnoli militanti, i creatori del "Mister gay". Ora il caso è sulla scrivania del ministro degli Esteri dopo un un'interpellanza di Quagliarello che chiede di ravvisare i profili di illegalità. Ma questo è niente se si pensa che con l'istituzione dell'ennesimo tavolo delle associazioni gay friendly, l'agenda Lgbt va avanti mentre la moratoria promessa dai patti di governo vale solo per i temi etici della Lega.

Pare dunque che l'occasione sia stata colta per cercare di raggiungere lo scopo che da tempo traspare dagli articoli dei siti di Cascioli, ossia il promettere che senza il M5S la lega sarebbe molto più omofoba di quanto lo è oggi.
Tra le righe, il fondamentalista tenta anche di sostenere che il rispetto verso i gay sia un «tema etico» da cui si deve poter dissentire, giurando che i fatti gravi non siano i razzisti che vanno in giro a sparare ai passanti in base al loro colore della pelle o ai neonazisti che picchiano a sangue i gay, p grave si rispetti un'unione che Zambriano avrebbe voluto vietare. Poi, ricorrendo a quelle solite virgolette con cui il fondamentalismo tenta di togliere dignità alle parole che si riferiscono ai gay, incalza:

Le "nozze" omo a Madrid nella nostra ambasciata. Si infrange l’ultimo tabù: l’ambasciatore porta pene, ma sono pene d’amore, quelle che il governo italiano si troverà ora a dover gestire dopo la figuraccia diplomatica accaduta nella prestigiosa sede dell’ambasciata di Madrid. Diventata per volontà dell’Ambasciatore italiano in Spagna una location di un matrimonio gay il 15 settembre. Che le ambasciate siano luoghi in cui è concesso contrarre matrimonio è regolato dalla legge, ma non che il matrimonio tra due uomini, e nemmeno un un’unione civile, debba essere di nazionalità non italiana.

Se è surreale che si possa parlare di «incidente diplomatico» a fronte delle proteste dell'omofobia di alcuni politici italiani noti esclusivamente per la loro ostentata omofobia, il discorso inizia a farsi sempre più partitico:

Ed è con questo espediente che il senatore di Idea Gaetano Quagliarello si è rivolto al Ministro degli Esteri per conoscere le eventuali violazioni di legge che potrebbero essere state commesse da Stefano Sannino dato che l’ambasciata è suolo italico e l’Italia non riconosce i matrimoni tra omosessuali. Possibile che l’ambasciatore non lo sapesse? E che “rito” ha poi utilizzato? Quello spagnolo, dato che quello italiano non esiste? E’ quello cui dovrà ora cercare di rispondere il ministro degli Esteri Moavero Milanesi sul conto di Sannino.

Se l'odio pare la priorità di un Quagliarello che non ha remore nel far perdere tempo al ministero, Zambrano attiva la sua macchina del fango contro la vittima da lui designata:

Questi, ambasciatore dal 2016 per il nostro Paese in terra iberica, ha apparecchiato la cerimonia per Juan Martín Boll e Nano García, molto più che due semplici cittadini omosessuali. Il video postato da Shangay.com (sic!) li definisce addirittura come i “i creatori di mister gay pride”. E il video è una realizzazione dalle immagini perfette della cerimonia. Perfetta come Perfect di Ed Sheran è la canzone che accompagna il video nel quale gli invitati si dilettano a fare gli auguri di felicità e figli ai due sposi. Tra questi anche l’ambasciatore col microfono in mano è perfettamente consapevole della valenza “politica” del suo gesto: “Con la decisione di aprire la porta di questa casa, vorrei che sapessero quanto teniamo a loro”. Glamour, trans e personaggi della politica in prima fila, tra cui Begoña Villacís, portavoce di Ciudadanos nel Comune di Madrid il partito che sostiene con forza il diritto anche per i gay alla maternità surrogata.

Spiegatoci come Zambrano non sopporti la felicità altrui, si passa ad un'altra ondata di accuse e illazioni diretti alla vita privata dell'ambasciatore:

Ora, che Sannino sia un gay dichiarato non è un mistero. Recentemente ha ricevuto il premio Transexualia 2016 a Madrid e il premio Lgbt Andalucía, mentre nella sua carriera precedente, a Bruxelles aveva conosciuto il suo attuale marito (ma non per la legge italiana) Santiago Mondragón Vial. Verrebbe da scrollare le spalle dato che in fondo, potrebbero essere anche fatti suoi. Ma fatti suoi non sono dato che l’ambasciatore ha utilizzato una sede di governo per un evento sostanzialmente privato.
Ma quella del 15 settembre è solo una ricaduta che ha travalicato i Pirenei per arrivare di qua dalle Alpi. Sannino aveva già prestato con disinvoltura la sede diplomatica per uno spot per dare visibilità al word pride scorso.

Si inizia così a raccontare che gli omofobi professionisti sono infastiditi dall'ambasciatore e da politiche che non sarebbero espressione delle discriminazioni che a causa loro i cittadini italiani devono subire in virtù del proprio orientamento sessuale. Sognando punizioni contro l'ambasciatore e sostenendo che gente cattiva non permetta una palese omofobia, aggiunge:

La cosa, denunciata il 2 ottobre dal quotidiano La Verità è arrivata sulla scrivania di Quagliarello e di Carlo Giovanardi, ex ministro del governo Berlusconi. I due hanno così deciso di far presentare al primo l’interpellanza il cui cuore è il fatto che “l’Ambasciatore, nell’esercizio delle sue funzioni di sovrintendente e coordinatore degli Uffici consolari presenti nello Stato accreditante, può celebrare un matrimonio nei casi previsti dall'art. 12 del D. Lgs. 71/2011, cioè fra cittadini italiani o fra un cittadino e un non cittadino italiano, eccetto i casi in cui vi si oppongano le leggi locali oppure se le parti non risiedono nella circoscrizione consolare”.

E ancora:

Quagliarello ora esige di sapere se il ministro fosse stato avvertito dei fatti e se “non ritiene che la sede diplomatica italiana sia stata utilizzata a fini impropri” e “si sia verificata una violazione o quantomeno una forzatura delle leggi della Repubblica e un’incompatibilità ambientale”.

Si parte così col vittimismo di chi dice di sentirsi discriminato perché non può discriminare:

Spostare Sannino? E’ un’idea, anche se vista la sua tenacia nel sostenere la causa gay difficilmente l’ambasciatore resterebbe con le mani in mano di fronte a quella che sarebbe vista – coi tempi che corrono – come una intollerabile discriminazione.
Quel che invece salta all’occhio e pone un problema politico al governo pentaleghista è che un ambasciatore abbia utilizzato per una sorta di revanchismo militante il suo ruolo per fare uno spot alle nozze gay, che non rientrano nel nostro ordinamento.
Al di là delle contromisure che il governo deciderà di prendere, tutto questo spiega un fatto incontrovertibile: l’agenda Lgbt va avanti anche nel governo legastellato, che nacque con la promessa che circa queste tematiche ci sarebbe stata una moratoria. Invece, stando ad un altro fatto discutibile, la moratoria sembra valere soltanto per le istanze che porta avanti la Lega. Per i diritti Lgbt i Cinque Stelle riescono di riffa o di raffa a segnare il loro territorio mentre quando il ministro Lorenzo Fontana si espresse su aborto e matrimoni gay venne linciato.

Peccato che Fontana possa sposare chi vuole e pretende che agli altri sia impedito di poter avere famiglie che non rispecchino la sua, il che non è proprio la stessa cosa.
Non solo. Il loro sostenere che Fontana sia stato «linciato» si scontra con la realtà oggettiva, dato che la cronaca ci racconta che il leghista Fontana sia stato lasciato libero di portare avanti la sua promozione a spese dello stato italiano per l'incontro mondiale dell'omofobia organizzata. Naturalmente Zambriano si guarda bene dal ricordarlo, anche perché poi non potrebbe più giurare che la Lega sia discriminata nella sua omofobia.
Ed ancora, in quell'abitudine a tirare in ballo argomenti scollegati tra loro, La Nuova Bussola Quotidiana inizia ad inveite contro il riconoscimento dei diritti costituzionali delle persone lgbt:

Lo dimostra l’istituzione di un tavolo permanente “per la promozione dei diritti e la tutela delle persone LGBT”. A promuoverlo è il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio, dipartimento Pari Opportunità, Vincenzo Spadafora, che, dopo aver partecipato ad un gay pride quest’estate a nome del governo ha annunciato: “Il tavolo sarà uno strumento operativo di dialogo e lavoro condiviso con le associazioni di settore”. Per renderlo operativo è stato aperto un bando al quale parteciperanno le sigle Lgbt più accreditate.
Ma resterà deluso chi volesse provare a iscriversi: le iscrizioni si sono aperte il 18 settembre scorso, data in cui il bando è stato pubblicato sul sito dell’Unaar e si sono già chiuse, il 28 settembre. Appena dieci giorni, giusto il tempo per permettere l’iscrizione di una platea selezionata di interessati. Che, immaginiamo, saranno sempre gli stessi dato che l’agenda imperterrita va avanti e la moratoria sui temi etici funziona solo per la Lega.

Le Lega, quella che ha offerto Verona alle lobby integraliste internazionali e che ha invitato Gandolfini al Miur per progettare un indottrinamento integralista delle nuove generazioni. Ma lui dice sia discriminata e sia repressa nella creazione di leggi che possano danneggiare maggiormente i cittadini gay.


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