Gandolfini plaude a Provita, incurante di come lui si sia procurato manciate di figli adottivi manco fosse al supermercato
«È un’iniziativa forte, nel modo giusto, senza nel contempo essere volgare. Una foto fatta molto bene, e ad effetto e di forte impatto visivo, che comunica immediatamente la questione di fondo, ossia che i bambini non si comprano al supermercato». Così Massimo Gandolfini plaude agli orribili manifesti omofobici di Provita Onlus e Generazione Famiglia (ex Manif Pour Tous), forse dimenticandosi di come la sua infeconda unione con una donna l'abbia obbligato a procurarsi figli in adozione come se fosse al supermercato.
La questione a cui il fondamentalista neocatecumenale non tocca è la più palese e semplice: perché mai lui ha potuto sopperire all'infecondità della sua unione matrimoniale attraverso pratiche che l'hanno portato ad adottare manciate di figli mentre dice i gay non devono potersi costruire una famiglia come ha fatto lui? Se 'è pur vero che lui fa leva su pratiche che i sondaggi indicano come le meno gradite all'opinione pubblica, perché non chiede che ai gay sia data l'opportunità di poter adottare i bambini abbandonati da famiglie etero? Non sarà che l'unico obiettivo è impedire l'esistenza di quelle famiglie come parrebbe nel constatare di come a lui non sia mai fregato nulla della GpA sino a quando ad accedervi erano solo eterosessuali?
Ma dato che al peggio non c'è mai fine, secondo Gandolfini la mancata discriminazione dei gay sarebbe da intendersi come un affronto ai cristiani (o sedicenti tali, dato che è opinabile lui possa essere definito tale): «Viviamo in un’epoca in cui ci si riempie tanto la bocca di tolleranza, di visioni multiculturali, di rispetto degli altri, di ponti da costruire e di dialogo con tutti e verso tutti, ma le uniche persone cui non è permesso parlare, cui viene sistematicamente negato il diritto di esprimere la propria opinione e manifestare i propri sentimenti di ordine etico e religioso, sono i cristiani, ed in particolare i cattolici. Appena si sostiene qualcosa che va contro il pensiero unico, ecco che questa opinione viene definita violenta e discriminatoria, con il risultato che ad essere fatti oggetto di violenze siamo noi cattolici nel silenzio più assoluto dei grandi giornali. Non appena viene sfiorato un argomento che ha a che fare con l’orientamento sessuale delle persone, i grandi mezzi di comunicazione si scatenano e fanno a gara a descriverci come omofobi, catto-fascisti e altri termini simili, nonostante il massimo rispetto dimostrato nei confronti delle opinioni degli altri. Mi immagino quindi che la reazione, di fronte a questi manifesti, sarà improntata alla provocazione, con moti di indignazione e accuse di intolleranza e discriminazione. L’arma prediletta sarà ancora una volta quella delle falsità».
Insomma, dato che lui lui dice si sentirsi "cristiano", i neri, i gay e gli stranieri farebbero meglio a smettere di esistere o lui dirà che si sentirà discriminato nel non poter liberamente e impunemente minacciare la loro vita contro il principio costituzionale alla pari dignità sociale.