La Lega ferma i progetti di contrasto al sessismo: «È gender»

La Lega di Terni ha impedito lo svolgimento di lezioni contro il sessismo a seguito delle sguaiate proteste delle lobby integraliste. Ai ragazzi sarebbe semplicemente stato insegnato che essere maschi o femmine non può determinare la volontà di sopraffare o dominare l'altro sesso, ma è bastato il titolo dell'evento ("Bambole azzurre e soldatini rosa") per far scattare richieste preventive di censura. A detta dei gruppi integralisti, quella sarebbe stata «ideologia gender» dato che loro pretendono soldatini azzurri e bambole rosa dato che temono che in futuro non potranno più dire che è Paolo di Tarso a giustificare il maschio che vuole sottomettere le donne.

Ripetendo a pappagallo gli slogan di Gandolfini e giurando che educare al rispetto i bambini debba essere ritenuta una violenza, l'assessore leghista Alessandrini ha dichiarato: «Rispetto per tutti, ma giù le mani dai bambini. Nelle scuole di Terni non entrerà mai un progetto del genere. Come assessore della Lega esprimo fin da subito il mio disappunto. La scuola non può e non deve sostituirsi alla famiglia».

Teresa Di Lernia, consigliera provinciale alle pari dignità, ribatte: «Non c'è alcuna teoria no gender dietro a questo progetto che non è innovativo ma solo di buon senso. È bastato un titolo, per creare degli equivoci interpretativi e quindi un putiferio inutile ed ingiustificato: con il progetto, condiviso con docenti, genitori e direzione didattica, attraverso giochi, letture e fiabe si vuole solo educare i bambini alle emozioni e al contrasto agli stereotipi di genere.
Quella dell'assessore Alessandrini è stata un'ingerenza politica sgarbata, in un territorio che non le compete. Tra l'altro, in contemporanea, anche a Terni si tiene un corso rivolto agli educatori dei nidi e ai docenti delle scuole dell'infanzia comunali su tematiche molto simili».


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