Le sue stesse teorie ci dicono che Gianfranco Amato non può essere ritenuto «cristiano»
Chi avesse avuto la sventura di udire uno dei convegni di disinformazione organizzati dal fondamentalista Gianfranco Amato, probabilmente si sarà sentito raccontare che la fantomatica «ideologia gender» sarebbe una cosa per cui «tu non sei maschio e femmina secondo il dato oggettivo ma in base a quello che ti senti».
In realtà la percezione è un po' diversa dal «sentire», così come bisognerebbe ragionare su qual sarebbe il dato «oggettivo» nel momento stesso in cui l'identità di genere non è il sesso biologico come lui vorrebbe far credere.
La sua semplificazione è studiata per far colpo sulle menti più fini, basandosi su un semplificazioni paragonabili al sostenere che se il cielo è blu, sbaglia chi dice sia rosso. Peccato che all'ora del tramonto si potrebbe obiettare che la sua asserzione sia sbagliata e che si dovrebbe affermare il cielo è generalmente blu, non che lo sia sempre.
Se poi dovessimo entrare nel campo scientifico, potremmo dire che il cielo è tutto fuorché blu. Il colore con cui la cornea umana lo percepisce è l'unico colore che non lo compone, motivo per cui i raggi di colore blu lo oltrepassano totalmente sino a raggiungere i nostri occhi. Il suo dire che il cielo è blu può essere percepito come una menzogna se lo si analizza da un altro punto di vista. Pare dunque evidente non si possa parlare di «oggettività» davanti ad una truffa culturale ideata dai fondamentalisti cattolici che non è mai stata teorizzata e che quindi non pone gli estremi per poter essere analizzata e confutata in quanto priva di contorni.
Ma c'è un altro tema. Gianfranco Amato dice di essere «cristiano». Se la sua auto-definizione è assolutamente opinabile e se c'è chi potrebbe legittimamente sostenere non esista un solo atomo di cristianità della sua opera, il fondamentalista sta asserendo che lui deve essere ritenuto tale sulla base di come lui si auto-percepisce. In altre parole, pretende di poter beneficiare di un metodo di catalogazione che viene da lui demonizzato se utilizzato da altri.
Non esiste un'oggettività che permetta di dire che lui sarebbe «cristiano», esiste una sua auto-certificazione basata su quella cosa che lui dice di sentirsi. Magari è anche fluid, quindi un giorno si sente più «cristiano» e l'altro giorno se sente molto più leghista. Così, sulla base del tiramento.
Eppure lui giura sul nome di Dio che la legge non debba poter tollerare l'identità delle persone trans ma debba dare valore giuridico al suo sentirsi opinabilmente «cristiano». Lui non vuole che la legge riconosca la matrice omofobica come aggravante, ma esige che la Reale-Mancino gli conferisca maggiori protezioni basate sul suo sentirsi «cristiano». Il tutto senza fornire oggettività alla sua asserzione, solo dicendo che lui la pretende diritti sulla base di come lui si sente mentre sbraita che agli altri debba essere negato un pari trattamento.
Resta anche un ultimo dato di fatto: se Gianfranco Amato giura che tutto ciò che non sia oggettivamente verificabile non esista, allora sta dicendo che Dio non esiste dato che non esiste oggettività. La fede è quanto di meno oggettivo o tangibile possa esistere, ma se lui non accetta di riconoscere elementi assai più evidenti come l'identità di genere, come può pretendere che la legge dia valore giuridico e sociale a un qualcosa di così poco verificabile come la fede delle persone o il suo presunto credo religioso?
Con quale coraggio sostiene debba essere garantita impunità a chi viola la legge citando Dio mentre si affanna nel caricare di vietare che qualcuno possa chiedere rispetto verso la propria identità? Non sarà che il suo pretendere di poter usare il nome di Dio quale oggetto politico finalizzato alla limitazione della libertà altrui mentre definisce «liberticida» quella legge contro i reati di matrice omotransofobico che mira semplicemente a garantire che le persone lbgt possano camminare per strada senza richiare di essere aggredite o picchiate da chi condivide la sua ideologia del disprezzo?
E contro la sua teoria dell'oggettività è la sua presunzione di conoscere ciò che oggettivamente non può conoscere. Chi di voi può dire con oggettività cosa provi un migrante che vive in un comune leghista, un nano che viene deriso a scuola o un malato che vede calpestata la sua libertà di scelta? Si può tentare di immaginarlo, ma non lo si può sapere con oggettività se non lo si è provato in prima persona.
Eppure Amato dice che lui, da eterosessuale, sa che i gay sbagliano ad esistere. Lui, da eterosessuale, sa che le persone transessuali sbagliano nella loro percezione di sé stessi. Lui, da persona sana, sa che Dj Febo doveva essere obbligato a subire la sofferenza che lui avrebbe voluto gli fosse inflitta. Siamo dinnanzi ad un uomo che si siede in cattedra e che dispensa condanne contro gli altri altri anche se lui non ha mai vissuto le esperienze su cui pontifica. E sappiamo tutti che ne pensava Gesù di chi si atteggiava come lui...