Verona elargirà fondi pubblici ad associazioni cattoliche a scopo di lucro che vogliono vietare l'aborto
Con 21 voti favorevoli e 6 contrari, il consiglio comunale di Verona ha approvato la mozione 434 che dichiara ufficialmente la città «a favore della vita» e che sancisce il finanziamento pubblico ad associazioni cattoliche a scopo di lucro che promuovono iniziative contro l'aborto.
La decisione giunge all'indomani dell'incontro di Gandolfini, Coghe e Brandi con il sindaco in vista del congresso internazionale del fondamentalismo cattolico che Matteo Salvini ha voluto fosse ospitato in Italia.
Il testo della mozione "argomenta" le sue tesi attraverso articoli provenienti da siti di estrema destra, sostenendo che sarebbe lecito limitare la libertà di scelta delle donne sulla base della propaganda di organizzazioni vicine a Forza Nuova come l'omofoba e misogina "Provita Onlus". Si citano persino articoli tratti dal sito di bufale integraliste "Basta bugie", quasi si volesse sottolineare l'intenzione di creare una verità alternativa a quella conosciuta e certificata dagli organi statali dato che in quel modo sarà possibile promuovere le istanze liberticide di un Pillon che dice di voler costringere le donne a partorire.
Nel testo si afferma che l'obiezione dei medici vada tutelata ed incoraggiata, lamentando che chi rifiuta aborti alle donne sarebbe vittima di «pressioni da parte di gruppi ideologizzati». Viene attaccata persino la "pillola del giorno dopo", chiedendo la si riconosca come una forma di aborto.
Sotto attacco è anche la diagnosi prenatale, sostenendo che il venire a conoscenza di gravi malformazioni possa contribuire alla decisione di ricorrere all'aborto.
Alla votazione erano presenti alcune attiviste del movimento "Non una di meno", presentatesi vestite da ancelle ed allontanate prima della votazione dopo lo scandalo dello scorso anno che vide i consiglieri comunali rivolgere saluti romani contro i cittadini dissidenti.
La maggioranza non ha ottenuto la messa all'ordine del giorno della mozione 441 in cui si propone un programma di “sepoltura dei bambini mai nati” che preveda creazione di un’area cimiteriale per i feti abortiti in cui seppellire feti a spese della sanità pubblica anche senza il consenso della donna coinvolta.
La prima conseguenza è il sapere che ogni volta che vedrete organizzazione di Brandi che va in giro a sostenere che l'omosessualità debba essere ritenuta una "malattia" da "curare" o che i gay debbano avere meno diritti perché non conformi a quella che lui sostiene sarebbe al supremazia dei suoi pruriti sessuali, saprete che la città di Verona. Ricordatevelo se dovrete optare per visitare quella città o se andare a Barcellona, magari eviterete di spendere i vostri soldi ritrovarvi a finanziare i vostri carnefici.
Leggi l'articolo completo su Gayburg