Carbonia. Sacerdote rifiuta la madrina di un battesimo perché lesbica
Se in Lombardia i neofascisti si sentono legittimati ad assediare un santuario mariano al fine di impedire che dei gay possano pregare un Dio che loro esigono debba essere ritenuto omofobo, misogino e razzista quanto lo sono loro, in Sardegna c'è un sacerdote che si è messo a sbraitare come un indemoniato che un bambino deve sapere che la sua madrina prova piacere sessuale nell'essere penetrata da peni maschili. Altro che Uccelli di Rovo, qui siamo alla perversione sessuale!
L'ennesima storia di discriminazione ecclesiastica arriva da Carbonia, dove il parroco ha impedito ad una 34enne di poter essere la madrina delle nipote perché sposata davanti a Dio con un'altra donna donna. Evidentemente lui avrebbe preferitoche vivesse senza legami, come una qualche ragazzetta che passa dal letto di Salvini o che la sua unione non tenesse conto di un Dio.
«Oggi mi è stato negato il diritto di fare da madrina, solamente per il fatto che sono sposata con una donna -ha scritto su Facebook- Il caro prete si è rifiutato categoricamente di rilasciarmi il nullaosta, documento che serve se si è di un’altra chiesa».
E se la Chiesa accetta sena proteste che a fare da padrini o da madrine siano mafiosi, pedofili o neofascisti, non hanno accettato potesse esserlo una donna credente e praticante che cinque anni chiese alla Chiesa cattolica di celebrare la sua unione e che. Dopo il rifiuto, Jessica e Michela si sposarono con il rito cattolico ecumenico davanti a Dio, con la benedizione di una Chiesa cristiana che celebra anche matrimoni fra persone dello stesso sesso.
Ed è sempre sul social network che la donna ha dato libero sfogo alla sua rabbia: «Mi rifiuto di far parte di questo mondo, di questa vita, di far parte di questa categoria chiamata uomini, persone. […] Vergogna, l’amore è uno, il Signore è uno. Questa la chiamo discriminazione, la chiamo umiliazione. Non ho parole per definire tutto questo. Andrò avanti con questa cosa e prenderò provvedimenti, non finirà così. Chiedo a tutti di condividere e far vedere e capire in che mondo stiamo vivendo».