Il leghista Pillon plaude alla leghista Pucciarelli: «La pedopornografia è violenza sulle donne». Quindi inflitta ad in bambino gli va bene?
Il senatore leghista Simone Pillon, in qualità di faccendiere di Massimo Gandolfini, ama sostenere che «il vero femminicidio» sarebbe «l'aborto» e che lui sogna un mondo in cui ai maschi sia conferito il diritto di poter ricorrere alla forza per «costringere» le donne a partorire.
Ricorrendo ai termini più offensivi che la sua lobby è riuscita a produrre, è su Facebook che lo troviamo impegnato a vomitare odio contro le famiglie gay. Già, perché nonostante la stragrande maggioranza di chi accede alla GpA sia eterosessuale, il fondamentalista Pillon ha pensato bene di scegliere una vistosa bandierina arcobaleno che chiarisse contro chi era intenzionato a fomentare odio. D'altra parte nei decenni scorsi non glie n'è mai fregato nulla di tutti gli eterosessuali che sfruttavano la povertà delle donne Russe grazie al commercio di bambini da parte di Putin, iniziando a fare disinformazione non appena alcuni i gay hanno iniziato a recarsi in un Canada che vieta qualunque forma di transazione economica. È dunque in maniera del tutto ideologica che scrive:
In realtà l'impressione è che le parole di Pillon siano l'ennesima fake-news. A guardare il resoconto stenografico della seduta, le parole da lui citate sarebbero state semplici frasi vomitate dai banchi della lega di Matteo Salvini senza alcun voto che le riguardasse. Ad esempio la leghista Tiziana Nisini se n'è uscita dicendo:
Qualcuno potrebbe stupirsi di questi dati, perché spesso il termine violenza viene associato esclusivamente alla sua forma più estrema, il femminicidio. Invece, le forme di violenza nei confronti delle donne sono molteplici: donne umiliate, maltrattate, lese nell'autostima o, ancora, ostacolate nel raggiungimento dell'indipendenza economica; donne alle quali viene vietato di decidere liberamente e autonomamente della propria vita, donne alle quali viene offerto del denaro per partorire e donare ad altri un proprio figlio. In quest'Aula qualcuno pensa ancora che sia giusto farlo. Il parto è l'atto d'amore più grande; è il miracolo che un uomo e una donna creano. Non può essere altro, non quello che una certa parte politica vuole farci credere essere uguale perché vendere il proprio corpo è solo violenza. Una donna che, infatti, dà il proprio utero lo fa per soldi, nient'altro. Le conseguenze psicologiche che ne conseguono non vengono spesso prese in considerazione.
Ma per quanto la signora abbia dimostrato di aver imparato a memoria gli slogan propagandistici ideati dai forzanovisti di Provita Onlus, la sua dichiarazione non è stata oggetto di votazione. Quello che si è votato è una condanna della violenza sulle donne, ma non basta che Pillon dica di voler cambiare il senso alle parole perché le sue pretese discriminatorie debbano essere intese come il volere di un nuovo duce.
E lo stesso potremmo dire della leghista Stefania Pucciarelli, pronta a dire:
Non dimentichiamoci inoltre che in alcuni Paesi occidentali, così come nella gran parte dei Paesi poveri, le donne, ricattate a causa della miseria e della fatica, sono costrette a vendere il loro stesso utero, offrendosi a sostenere la gravidanza di un figlio che non vedranno mai, che sarà strappato dalle loro braccia in nome dell'egoismo altrui e che, come in un supermercato, viene scelto, acquistato e ritirato. La parità di genere non sarà mai garantita finché l'utero in affitto rimarrà una pratica diffusa nel mondo e accettata da parte dell'opinione pubblica occidentale, perché anche questa è violenza sulle donne e direi anche sui bambini, perché non può essere precluso a un bambino il diritto ad avere la propria madre.
Grave e come ad applaudire a questo rantolo d'odio sia stato anche il gruppo parlamentare del M5S, sempre più vicino a Forza Nuova nella sua aggressione ai più basilari principi sulla dignità umana.
Andrebbe anche osservato quanto sia pericoloso che la Lega voglia sfruttare una votazione contro il maschilismo per promuovere i più beceri stereotipi di genere, raccontando che loro esigono che la donna sia madre e non vogliono che un uomo possa occuparsi dei figli.
A sottolineare come la Pucciarelli neghi che il maschilismo sia alla base del fenomeno del femminicidio o il fatto che lei non voglia vedere quanto male possa arrecare alla società un Mario Adinolfi che cita la Bibbia per legittimare la sottomissione femminile, surreale è come se ne esca con l'unico esempio che non ha nulla a che vedere con la causa culturale che è alla base della violenza sulle donne. Dice:
Nell'Occidente postindustriale e interconnesso la pedopornografia è un fenomeno largamente diffuso, oltre che tristemente in diffusione, che mina drasticamente il corpo e l'anima di molte bambine sottratte alla loro innocenza e al loro diritto alla serenità individuale. La tolleranza deve essere zero verso chi usufruisce di materiale pedopornografico. Oggi siamo in dovere di pretendere e patrocinare a gran voce la lotta contro costoro, perché anche questa è violenza sulle donne.
Che c'entra l'essere donna con una violenza che riguarda sia maschi che femmine senza alcuna distinzione di genere? Eppure questa sue frase è stata applaudita dalla Lega.