La Russia non sembra come il fondamentalismo la dipinge: nell'ultimo anno sono stati uccidi 900 bambini e 11mila sono stati vittime di reati
A sentire quel che raccontano Provita Onlus, la CitizienGo di Arsuaga o la Lega di Matteo Salvini, la Russia sarebbe una sorta di Terra Promessa, la patria del cristianesimo in cui ogni bambino vorrebbe poter crescere.
Ai suoi comizi, Toni Brandi raccontava tutto eccitato come Putin abbia ordinato la cistruzioen di nuove chiese, forse dimenticandosi che un edificio è inutile se il cristianesimo viene negato in politiche contrarie alla predicazione di Gesù. Festeggiava come Putin abbia imposto che non si possa abortire senza prima essere costretti ad incontrare un sacerdote ortodosso, fregandosene di come è in Russia e non certo in Canada che troviamo donne che affittano il loro utero perché ridotte alla povertà. E forse a Salvini potrebbe piacere l'idea che lì non serva insultare i giornalisti dato che i dissidenti spariscono magicamente nel nulla.
Peccato che a raccontarci una realtà diversa siano proprio i quotidiani di Mosca, con il The Moscow Times che cita i dati ufficiali per segnalare come quest'anno siano stati uccisi oltre 900 bambini. A loro si sommano altri 311 minori morti in incendi perché lasciati incustoditi o come conseguenza dell'abuso di alcool da parte dei loro genitori. Insomma, non è esattamente la situazione dipinta nel comizio organizzato dal Comune di Varese per celebrare quella che loro sostengono sarebbe «il baluardo della famiglia» solo perché l'omofobia è istituzionalizzata.
Si contano poi 11.675 minorenni vittime di reati, la metà dei quali di età compresa tra i 15 e i 17 e 3.640 tra gli 11 e i 14 anni.