Mise un like chi voleva «forni per i migranti». Lega e M5S la piazzano a capo della Commissione diritti umani
Ricordate quella senatrice leghista che venne rinviata a giudizio per aver espresso apprezzamento verso chi voleva bruciare i migranti nei forni? Lega e M5S l'hanno voluta come presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei Diritti Umani del Senato.
La leghista Stefania Pucciarelli dovrà dunque occuparsi di discriminazioni, anche se pare non gradire troppo gli stranieri («Finalmente al campo rom di Via Gragnola, a Castelnuovo Magra, sono ritornate le ruspe», ha dichiarato) e non nasconde di avere certe remore anche verso le famiglie gay. Si è rifiutata di supportare una legge contro l'omofobia ed ha attaccato con violenza l'omogenitorialità: «Il sindaco di Torino Chiara Appendino e il sindaco di Roma Virginia Raggi negano i diritti dei neonati di avere un papà e una mamma. È una vergogna», ha commentato. Ed ancora: «Non riteniamo corretta la parificazione delle coppie dello stesso sesso, anche se unite civilmente, con quelle della famiglia tradizionale nel caso di una nascita di un bimbo».
Appena eletta, la leghista ha subito chiarito che la sua priorità sarà dare spazio ai fondamentalisti cattolici. Prendendo come spunto una loro battaglia, è durante il suo discorso di insediamento che ha dichiarato: «In questa giornata il mio pensiero va ad Asia Bibi, e a tutti i cristiani perseguitati dai fondamentalisti islamici a causa della loro fede. Tratteremo presto in commissione il caso di Asia Bibi».
Dopo il «prima gli italiani», ecco arrivare anche il «prima i cristiani». Ovviamente purché siano etero e non dimorino in un campo che lei vorrebbe radere al suolo con la ruspa.
«L’elezione di Stefania Pucciarelli a presidente della Commissione diritti umani del Senato suona come una dichiarazione di guerra ai diritti -spiega Sergio Lo Giudice- M5S e Lega affidano il compito di vigilare sulla violazione delle libertà fondamentali a chi quelle libertà vorrebbe distruggerle. Povera Italia».
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