Pornografia nella chiesa di Vicomoscano: così Facebook valuta le immagini che Silvana De Mari ha proiettato sull'altare maggiore
La pagina Facebook di Gayburg è stata bloccata per tre giorni come punizione per aver pubblicato un'immagine della conferenza di Silvana De Mari tenutasi all'interno della chiesa parrocchiale di Vicomoscano. Si è trattato di squallido appuntamento organizzato dalla Nova Civilitas di Gianfranco Amato (l'ex segretario di Adinolfi ed avvocato di Silvana De Mari) che si è svolto sotto gli occhi compiaciuti di don Ottorino, il sacerdote di estrema destra che da mesi usa l'altare della sua per fare politica e promuovere odio contro il prossimo (conquistandosi pure qualche trafiletto sui giornali locali grazie alle sue veglie di preghiera contro gay e migranti).
Sarebbe stato difficile spiegare a parole quale profonda violenza fosse incita nell'azione di un'imputata per diffamazione aggravata e incitamento all'odio che viene invitato da un sacerdote a proiettare immagini tanto squallide e decontestualizzate sull'altare maggiore di una chiesa, ancor più se lo scopo era quello di fomentare odio e stigma attraverso scene di sesso esplicito e decontestualizzazioni criminali.
Nel caso specifico, si osservava come l'immagine da lei propinata ai parrocchiani fosse un evidente falso, sia per quella bandierina probabilmente collocata sul deretano del un giovane con Photoshop, sia per un'immagine proveniente da Sacramento che lei giurava fosse stata scattata al Pride di Roma. D'altra parte la donna stava usando quell'altare come mezzo per vomitare ulteriore odio contro quel Circolo Mario Mieli che l'ha portata in tribunale, motivo per cui è contro di loro che voleva dare falsa testimonianza in nome di Dio attraverso la decontestualizzazione di un'immagine proveniente da una città in cui, che a lei piaccia o meno, è legale girare nudi per strada. Non solo. Ai presenti diceva anche che «da medico» si sentiva di diagnosticare che il ragazzo della foto fosse stato sodomizzato e violentato da piccolo, riprendendo le sue teorie sul fatto che l'omosessualità debba essere considerata una malattia che può essere «curata». Nella sua trattazione tirò in ballo anche Luca Di Tolve, il sedicente ex-gay che nel suo libro racconta di aver cercato di contagiare deliberatemene altri gay perché il reggente di Alleanza Cattolica lo aveva convinto che potesse dare a loro la "colpa" del suo aver contratto l'Aids mentre si prostituiva e cercava sesso anonimo nei parchi.
Noi abbiamo semplicemente documentato quei fatti, osservando che in Italia l'offesa al sentimento religioso è reato penale e dovrebbe riguardare anche quando quelle offese vengono commesse sugli altari delle chiese profanate dal fondamentalismo cattolico con la complicità di un parroco. Ma mentre don Ottorino continua a dire messa su quell'altare, Facebook ci punisce ha punito aver denunciato i fatti:
O Facebook ha sbagliato la valutazione, oppure è testimonianza che quelle immagini non potevano essere proiettate sull'altare di una chiesa. Peccato abbia tolto voce a chi ha denunciato i fatti e non a quel Gianfranco Amato che ha pubblicato proprio su Facebook il video della conferenza invitando i suoi proseliti ad abbeverarsi a quella fonte di legittimazione all'odio che è la sua Silvana De Mari.