Benedetta Frigerio: «Netflix promuove la pedofilia»
Ancora una volta è la fondamentalista Benedetta Frigerio a cercare di accostare omosessualità e pedofilia sulle pagine de La Nuova Bussola Quotidiana.
Strumentalizzando persino gli abusi sui minori al fine di tentare di promuovere l'ideologia integralista, la signora Frigerio ha ricamato non poca dietrologia in un attacco a quello che lei definisce come «il pedofilo Thomas O'Carroll, che fu incriminato per l'abuso di materiale pedo-pornografico omosessuale, scrive un articolo in difesa della pedofilia su una rivista scientifica» ed avrebbe sostenuto che «la pedofilia è un orientamento sessuale, giustificato dal consenso del bambino».
Sempre riferendosi a Tom O’Carroll con l'appellativo di «pedofilo», la fondamentalista insiste nel sostenere che l'uomo avrebbe detto che la pedofilia «è un orientamento sessuale come un altro». Peccato che nella ricerca citata quella frase non compaia da alcuna parte, ma sia solo una libera reinterpretazione del passaggio in cui O’Carroll afferma:
Senza citare alcuna ricerca, Scruton afferma che la pedofilia non è un orientamento sessuale. Eppure è un luogo comune incontrovertibile che le persone in genere diventano consapevoli del loro orientamento sessuale; non lo scelgono- La pedofilia non fa eccezione, poiché la scienza si sta sempre più accettando. Se non lo scelgono affatto, allora non lo scelgono per seguire un percorso malvagio.
Non è la stessa cosa. Eppure quel riferimento strumentale era utile alla signora Frigerio per poter partire con le sue consuete invettive contro i gay:
Sembra impossibile che ad accogliere idiozie di questo tipo sia un giornale usato nelle accademie e nelle università, eppure non è finita qui. Vediamo infatti l'altra tesi di O’Carroll, che il mondo relativista e buonista che ha sdoganato l’omosessualità come tollerabile non può più combattere a livello argomentativo, avendo ormai accettato certi assunti come questo: la pedofilia, continua l’articolo, «è un orientamento sessuale come un altro». Come negarlo una volta che si è accettato che qualsiasi istinto, anche se non è naturale, è innato e normale? Non si può. Si capisce quindi come l'apologia del sesso in ogni salsa e del “corpo è mio e lo gestisco io” stia portando la società verso quest'ultima soglia: la lenta accettazione della violenza sessuale sui bambini.
Insomma, siamo dinnanzi a chi stravolge le parole pur di sostenere che l'omofobia e l'odio contro i gay sia la chiave per impedire gli abusi sui minori. Ed è mischiando termini scientifici ad interpretazioni populiste che la fondamentalista non si lascia scappare neppure l'occasione di inveire contro le femministe:
Certo, chi ancora non vuole ammettere la radice del problema afferma che, in questo caso, la differenza con le altre relazioni sessuali è che manca il consenso del bambino. Ma l'argine non regge perché basta sostenere che ad inibire il piccolo siano gli strascichi dell'educazione «della società patriarcale», che «difende l’innocenza e la verginità...per controllare la riproduzione femminile», che il gioco è fatto. Ovviamente O’Carroll può citare a suo vantaggio una psicologa femminista, Darcia Narvaez, per cui «le relazioni sessuali riguardano più il piacere che il controllo». Perciò, continua il pedofilo, il bambino dovrebbe «essere informato in anticipo sul fatto che avere relazioni intime (come discusso in seguito) può essere benefico anche molto prima del tempo in cui potrebbero esserci conseguenze riproduttive».
Qui subentra il tentativo di alterare il senso delle frasi, dato che O'Carroll non stava parlando di rapporti con adulti ma criticava la teoria per cui si voglia sostenere «la difesa dell'innocenza e della verginità» in una negazione di come atti masticatori e ricerca di piacere fisico siano parte dello sviluppo della sessualità e non mera «curiosità» come sostenuto da altri ricercatori.
Ma in fondo si sa, se si parla di pedofilia e di un tema così delicato, diventa facile inveire e sbraitare nell'incurante dei fatti. In fondo questa volta non si sa parlando di uno di quei preti pedofili che partecipano ai suoi convegni anti-gay.
Sempre tentando di ricondurre ogni parola alla sua strenua promozione dell'odio omofobico, la signora Frigerio arriva persino a scrivere:
Per il pedofilo è sbagliato anche «concentrarsi sulla distinzione…normale/perverso» che «piace inevitabilmente ai tradizionalisti radicati», poiché «provoca un’intolleranza feroce e radicata», alimentando «discorsi di odio». Un ragionamento già sentito.
Ossessionata dal cercare di sostenere l'esistenza di un legame tra omosessualità e pedofilia, si passa alle invettive contro Michael Jackson:
Ma ecco la parola magica, quella con cui si potrà introdurre come normale, dopo l’omosessualità, anche la pedofilia: nel caso di Jackson si parlò di «presunti abusi sessuali infantili - continua l'articolo - ma il resoconto è del tutto compatibile con il fatto che sia stata di fatto una relazione consensuale». Ecco basterà far apparire come "consensuale" la relazione per giustificare la deviazione sessuale verso l'innocente.
Il come lo si comprende guardando la forza della pressione che mira a sessualizzare i bambini con i corsi di sessualità fin dall'asilo o con la campagna pro-pedofila di Netfilx, mentre l'allarme della pornografia online sta creando dei violentatori dell’età di 10 anni. Ma forse ancor più gravi sono le sentenze pro pedofilia che parlano già di "consenso del minore" come una attenuante.
Le accuse di pedofilia rivolte a Netflix dalla signora Frigerio partono da una strumentalizzazione di un tweet postato dalla sede canadese dell'azienda da parte di LifeSiteNews, il sito legato all'ultra-destra religiosa statunitense che funge da coordinamento per l'integralismo organizzato internazionale.
Davanti ad un messaggio che pubblicizzava la recente pubblicazione dei film di American Pie ed ironizzava su quale funzione abbiano avuto quelle pellicole nell'educazione sessuale degli adolescenti negli anni '90, il sito fondamentalista sostiene che la scuola canadese voglia «distruggere l'innocenza dei bambini esponendoli a concetti sessuali fin troppo presto, presentando la teoria gender come un dato di fatto. Il curriculum introduce l'omosessualità in nella terza classe, la masturbazione nella sesta classe, il sesso orale e anale nella settima classe e insegna che ci sono sei generi -maschi, femmine, due spiriti, transgender, transessuali e intersessuali- piuttosto che due sessi biologici. In nessun punto del programma l'attività sessuale viene legata all'amore e al matrimonio».
E da sulla base di quella strana teoria che la Frigerio si è sentita legittimata a sostenere che l'azienda promuova la pedofilia. Un parolina che ama pronunciare ben sapendo quanto odio si possa suscitare con simili riferimenti.
La fondamentalista passa così a sostenere che esisterebbe una fantomatica «legge naturale» che imporrebbe l'eterosessualità, spiegandoci come voglia che Dio sia usato come strumento politico per limitare la libertà altrui:
Sarà così che l’ultimo limite riconosciuto alla legge naturale verrà abbattuto? Secondo il giornalista americano Rod Dreher «la destrutturazione delle relazioni umane sotto il pretesto del desiderio liberatore è l'obiettivo di queste persone». Bisogna che la gente si renda conto della radice profonda di un male che altrimenti rimarrà incurabile. Male che nasce, dagli anni Sessanta, ossia dalla messa in discussione dei limiti sessuali naturali come necessari allo sviluppo sano di ogni essere umano. Perciò, secondo Dreher, occorre comprendere che «senza Dio o qualche altra fonte vincolante di ordine sacro, c'è solo il nichilismo: se non avrai Dio, preparati a fare spazio a Tom O'Carroll e alla sua celebrazione della diversità».
Se nemmeno di fronte a questo oltraggio si sarà capaci di ribellarsi e di comprendere che il buonismo e la tolleranza sono strumenti potenti del male, da rigettare in cambio di un amore virile pieno di giudizio, vorrà dire che saremo complici del peggio. Più o meno coscienti, ma complici.
Insomma, tutto fa brodo per vomitare odio e persino i bambini vengono stuprati dalla propaganda fondamentalista.