Donad Trump ferma la ricerca sulla cura dell'HIV per compiacere gli anti-abortisti


È per compiacere il fondamentalismo religioso che l'amministrazione di Donad Trump ha deciso di chiudere una ricerca scientifica che stava cercando una cura all'Aids.
Pare follia, ma è lo scorso settembre che il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti (HHS) ha ordinato agli scienziati del National Institutes of Health (NIH) di interrompere l’acquisizione di quel tessuto fetale che risultava necessario al loro studio sulla diffusione dell’HIV. Il motivo?  Le lobby anti-abortiste avevano protestato contro l'uso scientifico di tessuto fetale derivante da aborti volontari.
La teoria dei sedicenti «pro-life» è che quel tessuto debba essere lanciato marcire in un cassonetto e debba assolutamente poter essere usato per salvare vite umane, soprattutto quando si tratta di vite che il fondamentalismo religioso condanna in quella loro strenua demonizzazione di tutto ciò che sia correlato al sesso e alle malattia sessualmente trasmissibili.
I ricercatori dei Rocky Mountain Laboratories di Hamilton, nel Montana, osservano che la decisione politica assunta da Trump è grave e «ferma tutte le nostre ricerche per scoprire una cura nei confronti dell’HIV». E risulta dello stesso avviso anche Warner Greene, direttore del Gladstone Center for HIV Cure Research di San Francisco, il quale rincara: «Eravamo tutti pronti a partire, poi la bomba è stata lanciata. La decisione ha completamente distrutto la nostra collaborazione, siamo devastati».
Già lo scorso febbraio, è sempre per compiacere i fondamentalisti religiosi che Trump tagliò un miliardo di dollari dal bilancio per la ricerca contro l’HIV e l'Aids.
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