L'avvocato della De Mari incolpa i gay per la tragedia di Corinaldo
È un esponente di spicco di Alleanza Cattolica l'avvocato che si è procurato di difendere in tribunale la fondamentalista Silvana De Mari dalle accuse di diffamazione aggravata.
Dalle pagine di "Cristianità" sostenne che una legge contro l'omofobia avrebbe costituito un «una inammissibile violazione del principio della libera manifestazione del pensiero» perché riteneva che la «valenza simbolica di questa legge consiste nel gettare il discredito e il sospetto su una verità antropologica fondamentale: verità, dalle innumerevoli implicazioni giuridiche, secondo cui le differenze biologiche e psicologiche dell’uomo e della donna costituiscono il presupposto indispensabile per il sussistere e il fiorire della famiglia, società naturale fatta per il bene dei coniugi e per la generazione e l’educazione dei figli». Ed è sostenendo che il sedicente «cristiano» debba essere lasciato libero poter usare la religione come pretesto per limitare la libertà altrui, ipotizzava anche «la possibile violazione degli artt. 18 e 19 della Costituzione, con riferimento alla libertà di associarsi e alla libertà di professare la propria fede religiosa, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, con il solo limite del buon costume».
Se forse la sua assistita ha ampliamene superato il «limite del buon costume» quando si è messa a proiettare immagini di sesso esplicite sull'altare maggiore della chiesa parrocchiale di Vicomoscano davanti agli occhi compiaciti di don Ottorino (il prete che ama organizzare preghiere anti-gay e anti-migranti in chiesa), surreale è cosa l'uomo sia arrivato a sostenere pur di difendere la signora De Mari.
Nell'accostare omosessualità e satanismo, il legale ha sostenuto che «nei pride ci sono molti segnali in questa direzione» in quanto «manifestazioni di carattere volgare, triviale, socialmente negative, dove i simboli cristiani sono utilizzati a modo di spregio e di vilipendio».
Ma non è finita lì. Perché l'uomo non si è trattenuto neppure dal cercare di strumentalizzare gli adolescenti morti al concerto di Sfera Ebbasta, asserendo: «Perché ragazzini di 11 anni andavano a sentire questa persona? Perché c’è una cultura sbagliata». Insomma, è sempre colpa dei gay.
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