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L'ordine degli Psicologi del Veneto archivia il procedimento contro lo psicoterapeuta anti-gay

Gilberto Gobbi è uno psicoterapeuta che sostiene l'esistenza di una una fantomatica «ideologia gender» che lui spergiura possa «danneggiare i bambini» perché rinnega il suo sostenere che «naturale» sia sinonimo di eterosessuale.
Membro del «comitato scientifico» fondato da Massimo Gandolfini allo scopo di trovare giustificazioni all'odio omofobico, attribuisce valore scientifico alla Bibbia ed è stato relatore in alcuni comizi anti-gay con Silvana De Mari, Costanza Miriano, Simone Pillon ed altri leader del fondamentalismo organizzato.
La sua pagina Facebook mostra invece forti legami con alcuni nomi dell'omofobia nostrana: è legato a Filippo Savarese della CitizienGo, al senatore leghista Simone Pillon, a Jacopo Coghe della Manifest Pour Tous. Non mancano poi personaggi che vorrebbero «curare» i gay come Luca Di Tolve, quel Tiziano Tubertini che è stato radiato per il suo proporre fantomatiche "terapie riparative" dell'omosessualità o quell'Antonio Mallamo che va in giro a dire che l'omosessualità sarebbe una «scelta» e una «disfunzione».

Stando a quanto afferma la fondamentalista Benedetta Frigerio (la fondatrice delle Sentinelle in piedi che per prima importò la bufala «gender» in Italia), è grazie agli avvocati di Gianfranco Amato che sarebbe scampato a provvedimenti disciplinari derivanti dalla sua predicazione anti-gay:

Il motivo del procedimento non è del tutto chiaro. Se il suo avvocato parla di presunte «opinioni espresse sulle c.d. teorie gender nel corso di alcune conferenze tenute nell'anno 2015», Gobbi sostiene che la causa sarebbero alcuni colleghi che hanno contestato le sue teorie contro le famiglie omogenitoriali:

Interessante è osservare come Gobbi neghi l'esistenza dell'omosessualità e preferisca parlare di «tendenze omosessuali» in un gergo antiscientifico preso dalla Chiesa. Il tutto mentre i suoi seguaci paiono pronti ad etichettare i gay come «malati».
Per festeggiare la sua assoluzione, Gobbi si è pure affrettato a pubblicare nuovi messaggi in cui teorizza che l'omosessualità debba essere ritenuta che la causa dell'omosessualità sarebbe una «alterazione o fallimento dell'elaborazione della bisessualità psichica causata» dal padre:


Un po' diversa è la versione dell'ordine, il quale ci fa sapere che «il caso è stato archiviato per insufficienza di elementi». Confermando che l'ordine ravviserebbe una chiara violazione deontologica da parte di uno psicologo che dovesse associare l’omosessualità ad una patologia, precisano che «l’Ordine non è un organo inquirente e non ha nemmeno le possibilità giuridiche e concrete di istruire un’indagine come fosse un corpo di polizia».
Il Consiglio dell’Ordine degli Psicologi del Veneto, precisando non fosse questo il motivo della segnalazione, spiega di aver pubblicato un documento in cui si sottolinea l’impossibilità di praticare terapie riparative dell’omosessualità «in quanto la stessa non è considerata né è considerabile come una patologia. Pertanto nessun professionista sanitario, come uno psicologo-psicoterapeuta, può proporre terapie per patologie inesistenti».


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