Nella scuola di Salvini, Donazzan e Fontana, l'omosessualità va censurata ma Gesù va imposto ai bambini non cattolici

Per Matteo Salvini, la «famiglia tradizionale» è un qualcosa dove i figli possono nascere mediante adulterio o in cui il maschio può sostituire freneticamente la femmina. Per lui il rosario è un oggetto da agitare ai comizi elettorali mentre si promettono politiche a sfregio dell'invito all'accoglienza di Gesù. Tra un Conte che mostra immaginette di padre Pio e un Di Maio che bacia la teca di San Gennaro, l'uomo che venerava «il dio Po» e che portava in processione un'ampolla contenente le sue «sacre acque» pare aver capito che l'uso della religione può produrre consensi elettorali. Da quel momento, santini, madonnine e crocefissi non sono mancati nella sua propaganda.
Ad annunciarci che la Lega sfrutterà il Santo Natale per cercare di usare delle statuette sacre come mezzo di promozione dell'intolleranza, Salvini ha inaugurato la sua crociata annuale con la strumentalizzazione di un fatto avvenuto in una scuola elementare veneta.

Per non offendere la sensibilità dei molti studenti non cattolici che frequentavano l'istituto (non necessariamente stranieri, checché la Lega voglia farci credere), gli insegnanti avevano deciso di omettere i riferimenti religiosi da una canzoncina di Natale che stavano insegnanto ai bambini.
La leggenda sostiene che una bambina cattolica di 10 anni, illuminata dalla sua fede religiosa (e non dai condizionamenti di adulti, sia mai!) avrebbe organizzato una petizione per chiedere il suo Dio fosse imposto ai compagni in virtù di come lei esigesse che si dicesse che lo sfondarsi di cibo e il pretendere ricchi regali sia un atto in onore di Gesù Cristo.
Affascinato da quella storiella, Matteo Salvini ha immediatamente cavalcato l'occasione per twittare:


Le «nostre tradizioni» sarebbero una canzone creata nel 2004 dal Coro dell'Antoniano. Un brano che fa quasi impressione per la sua esaltazione del lato consumistico del Natale, tra strofe come:

Suonan le campane, le vetrine sono piene, mille luci si riflettono quaggiù. Nelle strade, nei porton, in caserma ed in stazion, gridan tutti con soddisfazion:
Buon Natale con il torrone! Buon Natale col panettone! Su, brindiamo! Festeggiamo! Questo è il giorno di Gesù!

Insomma, forse citare il nome di Gesù in quel contesto appare anche un po' blasfemo, dato che non ha senso tirarlo in ballo se si parla di bere, mangiare e godersi i giocattoli appena comprati nei negozi. Ma d'altra parte son tempi difficili per cantare canzoni in cui ci si lamenta che Gesù sia arrivato «in una grotta al freddo e al gelo» se poi si dovrà di dovrà spiegare ai bambini perché Salvini abbia sbattuto per strada oltre 40mila poveri mentre raccontava che il ridurre alla disperazione gli ultimi sarebbe servito garantire «sicurezza» ai benestanti una volta che si saranno procurati armi da fuoco da tenere in casa.
E chi, dopo aver disposto che migliaia di persone siano costrette a passare il Natale dormendo all'addiaccio, non vorrebbe tornare nella sua calda casa a fare un bel presepe per mostrare quanto si reputi un bravo cristiano? D'altra parte il Natale è fatto da statuine, non certo da carità cristiana verso il prossimo...

Durante la trasmissione "No stop news" di Rtl 102.5, Salvini ha anche aggiunto: «Chi tiene Gesù bambino fuori dalle porta della classe non è educatore». Per la serie, nell'italica scuola di Matteo Salvini si devono addestrare i giovani padani al culto di Dio, Patria e Famiglia (eterosessuale). Intanto nei suoi presepi, Gesù bambino è di pelle bianca e non di colore come un qualunque bambino nato a Nazareth.

Da copione, si sono ben presto aggiunte altre due voci di altri due noti integralisti religiosi vicine alle lobby cattoliche di estrema destra. L'assessore Donazzan sbraita:

Che bella notizia apprendere che una bambina di 10 anni è riuscita da sola a vincere contro chi avrebbe voluto privarla del Natale. La sua purezza ha vinto contro il delirio ideologico di chi nella scuola non vorrebbe più neppure sentire il nome Gesù in una canzone natalizia. Mi chiedo sempre quale terribile infanzia abbiano avuto coloro che, nati e cresciuti qui in Veneto o in Italia, non ricordino l'emozione provata da giovani nel fare il presepe in famiglia. In tal senso sono commossa anche per il gesto compiuto dal consigliere regionale Michieletto che ha voluto donare un presepe alla scuola di Favaro, nel veneziano, affermando che anche i bimbi di quella scuola avessero il diritto di festeggiare il Santo Natale e, aggiungo io, non fossero costretti a rinunciarci per un delirio laicista.

E a lei si aggiunge il commento del ministro leghista Fontana:

Bravissima! Da questa bimba, e dai suoi compagni, un grande gesto a difesa delle nostre tradizioni #vivailNatale

Curiosamente Salvini, Donazzan e Fontana risultano gli stessi tre politici che teorizzano l'esistenza di fantomatiche «ideologie gender». Non vogliono che a scuola si possa parlare di rispetto o di sessualità, sostenendo che un genitore abbia il «diritto» di poter indottrinare i figli all'odio secondo il proprio piacimento, chiedendo di pervada un'autorizzazione scritta da parte dei genitori per trattare qualunque argomento scolastico non sia parte del programma scolastico.
Ma se si tratta di usare politicamente Gesù, ecco che il consenso non serve più dato che a Salvini fa piacere si possa abusare del sentimento religioso come forma di indottrinamento ad un identitarismo populista attraverso un'ideologia che promuove la presunta supremazia del cristianesimo come preludio a chi vorrà proporre un nazionalismo come lasciapassare alla sopraffazione.

Intanto è con i soldi dei contribuenti che la Donazzan sta finanziando l'acquisto di statuette religiose con cui le scuole potranno costruire presepi conformi a quella falsificazione storica che tanto piace ai leghisti: Gesù bambino è bianco e dai tratti europei, non quel Gesù di Nazareth che il suo partito etichetterebbe come «clandestino» o «invasore».


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