Provita Onlus torna a sostenere che chi si dichiara opinabilmente «cristiano» debba essere esentato dal rispetto delle leggi

«Lo Stato di New York ha dato alle agenzie di adozione cristiane un ultimatum: o modificano le proprie politiche che escludono i partner dello stesso sesso dalle adozioni di bambini, oppure devono chiudere i battenti». È quanto afferma Luca Volontè dalle pagine dell'organizzazione integralista Provita Onlus.
Ovviamente è falso, dato che la realtà dei fatti è un po' diversa da quella che i fondamentalisti raccontano a propri proseliti. Lo stato di New York ha semplicemente deciso che chi discrimina e che chi non rispetta la legge non riceverà fondi statali.
Si passa così a sostenere che il sedicente «cristiano» deve odiare i gay. Teorizzano che si possano dare manciate di figli adorativi ad un Gandolfini che pretende di imporre loro l'orientamento sessuale da lui scelto, ma si deve negare una famiglia ai gay o Dio piangerà. Ed ossessivo è anche il sostenere che il dirsi opinabilmente «cristiani» debba garantire impunità a chi discrimina e chi delinque.

Partendo sempre dal presupporti che per dirsi «cristiani» si debba essere omofobi, Volontè incalza:

La New Hope Family Services di Syracuse, fondata nel 1965 da un pastore evangelico, cerca «di essere le mani di Cristo estese per offrire speranza e aiuto alle persone con bisogni di gravidanza, genitorialità, adozione o post-aborto». Nella denuncia presentata nei giorni scorsi si racconta di una ispezione di funzionari statali nel settembre scorso, poi di una lettera successiva e infine dell’ultimatum: o ti adegui o chiudi. La New Hope dice che ci sono numerose agenzie di adozione secolare nello Stato che lavorano con famiglie non sposate o con persone dello stesso sesso, e che il governo non ha bisogno di costringere un’organizzazione cristiana a violare la sua missione o rinunciare al libero esercizio della religione per raggiungere i suoi scopi. Nulla da fare, la Corte Federale dovrà decidere sulla denuncia, il governo liberale di New York non permette la libertà di religione e l’azione caritatevole per coloro che dissentono con i ‘dettati ufficiali’. Il liberalismo illiberale prende piede e pretende da chiunque l’obbedienza ai propri dogmi e per coloro che non sono d’accordo? Pare risuonare l’editto della Regina di Cuori: «Tagliatele la testa!».

Insomma, l'odio viene spacciato per «libertà religiosa» in un ossessivo sostenere che Dio odierebbe chiunque non risulto conforme  ai distinguo fondamentalisti. Ed è così che si torna al solito ritornello su come loro si dicano discriminati perché non possono discriminare.


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